domenica 5 giugno 2011

Vorrei studiare...come te!

Io studio come te. Questo è da anni uno dei nostri slogan, insieme a io nasco, io lavoro, io faccio sport, io amo...come te!
Per noi è una certezza che vorremmo rimanesse tale, senza alcun dubbio, come invece farebbe pensare il titolo di questo post.

Lo sancisce l'articolo 3 della Costituzione Italiana:


Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.



E' stato presentato il disegno di legge atto Senato n. 2594 Disposizioni per favorire il sostegno di alunni con disabilità che ponendosi l’obiettivo di ridurre la discontinuità nel sostegno, farebbe ricadere però tutto il peso economico sulle scuole. A mio avviso, in questo modo, il diritto non sarebbe più garantito su tutto il territorio nazionale ma varierebbe da scuola a scuola creando disparità di approccio e uno scivolamento verso scuole preferenziali che diverrebbero nel tempo differenziali.
In una situazione già di per sé critica, che vede un impoverimento complessivo di tutte le realtà scolastiche, laddove i contributi volontari delle famiglie diventano parte essenziale del fondo scolastico, è quanto meno rischioso autorizzare i dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado, a definire progetti, per il sostegno di alunni con disabilità, con la collaborazione di privati.

Questa è una proposta di legge e come tale va considerata, rimanendo però attenti che non venga attaccato il futuro dell'integrazione delle persone con disabilità e con una ferma e decisa volontà ad intervenire nelle sedi istituzionali preposte qualora tali argomenti rischino effettivamente di minare diritti acquisiti.

Come gruppo scuola del Coordinamento Nazionale del quale facciamo parte, stiamo preparando un comunicato stampa condiviso con le ottantadue associazioni del territorio, e in attesa che questo avvenga, è possibile leggere (qui) ciò che è stato diffuso a Roma dall'associazione Aipd.



Un blog come il nostro deve trovare la sua utilità anche per condividere, quindi aspettiamo osservazioni, pensieri, pareri e tutto quello che ci può aiutare a capire meglio, a interprepare correttamente, e soprattutto a essere i garanti dei diritti delle persone che rappresentiamo.


Ulteriori notizie www.at21.it

3 commenti:

  1. Il diritto allo studio, ratificato dalla nostra Costituzione (Art. 3, come sopra),e cardine anche della Carta dei diritti del bambino, non dovrebbe essere messo in discussione per nessuno e da nessuno. D'altra parte sembra ormai un copione già visto più volte quello messo in atto dal nostro governo attuale di mettere in discussione diritti acquisiti sacrificabili e sacrificati alle leggi finanziarie e nessun settore,credo, ne è rimasto immune. La scuola purtroppo è uno di quei comparti che ne sono usciti peggio (non era stata risparmiata neanche dal precedente governo di centro-sinistra!), anche perchè per molto tempo si è sentita una categoria protetta ed ha fatto fatica a realizzare che al potere, soprattutto quello odierno, della cultura non importa proprio nulla, anzi, gli è addirittura scomoda! I lavoratori della scuola hanno, in quanto tali, lo strumento dello sciopero, i genitori ed i ragazzi più grandi possono scendere in piazza, ma noi e soprattutto i nostri figli, che già fanno più fatica a studiare e ad integrarsi, che cosa possiamo fare? Come ci dobbiamo comportare noi genitori nel momento in cui ci viene richiesto di attivare le cooperative che in molti casi, fortunatamente non in tutti, forniscono solo "badanti"?

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  2. Ok, faccio parlare la "Malizia":

    Sospetto che, se la proposta di legge arrivasse alla fine dell'iter senza essere modificata, lo Stato si troverebbe a investire meno nella scuola e quindi a risparmiare mooolti soldi. Maliziosa-mente, credo che questo potrebbe non essere tra gli ultimi reali propositi dei Senatori Bevilacqua e Gentile, forse il primo...?
    Chiamare questo disegno di legge: “Disposizioni per favorire il sostegno di alunni con disabilità”, mi sembra scorretto e bieco. Sappiamo che negli anni causerà effetti ben diversi.
    Mi sembrano interessanti le proposte fatte dal mondo delle Associazioni, che qui riporto alla lettera:

    - per i docenti specializzati di ruolo un obbligo di permanenza decennale sul sostegno superiore a quello attuale di cinque anni;
    - per i docenti precari la nomina di supplenza per la durata di un ciclo scolastico (ad esempio 3 anni per la scuola dell’infanzia e la scuola media, ecc.) invece dell’attuale nomina annuale.

    La soluzione prospettata dal Disegno di legge potrebbe invece trovare applicazione per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento per i quali la legge n. 170 del 2010 esclude il diritto al sostegno pagato dal sistema pubblico d’istruzione.

    Un saluto all'Associazione Trisomia 21 dalla
    "Malizia".

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  3. Mi piace partire da uno dei compiti assegnati alla Repubblica dalla nostra ancora validissima Costituzione quello di "rimuovere ostacoli" in qualsiasi situazione in cui possa determinarsi un qualsiasi svantaggio a chicchesia: rimuovere, cioè togliere, eliminare, cassare, annullare, non mantenere, aumentare, incrementare. Sono un'insegnante di sostegno, anch'io "diversamente giovane", come dice Antonella, e pertanto sufficientemente esperta del mondo per subodorare l'inganno. Purtroppo ho verificato a mie spese come, ultimamemte, la scuola sia in svendita e non sono così ingenua da lasciarmi confondere da proposte apparentemente migliorative, ma subdolamente tese al risparmio e all'emarginazione. Prevenuta? No, realista. Pur con tutti i limiti che si possono ascrivere al Sostegno, non dobbiamo dimenticare che, in fatto di integrazione, almeno sulla carta (come professionista spero non solo), in Italia abbiamo una delle migliori leggi a livello europeo circa l'integrazione, non facciamocelo scippare. Ritengo che genitori e docenti, uniti, debbano stare molto attenti alle prossime mosse governative per far sì che il peso della gestione non ricada in nessun modo sulle famiglie e che il ruolo dell'insegnante non sia ridotto, come giustamente osserva Gabriele, a quello di mero badante. Sono però contraria a pensare che siffatta proposta possa andar bene per i DSA, reputando invece che, anche in questo caso, dovrebbe essere la scuola a farsi carico del problema e a cercare forme di compensazione e recupero con docenti facenti parte dei Consigli di Classe a tutti gli effetti.

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