giovedì 1 dicembre 2011

Madre speciale



E' trascorso ormai più di un mese da quando due "futuri genitori speciali" bussarono alla nostra porta, affacciandosi ad un mondo ancora a loro sconosciuto, con tanta tristezza in cuore.

Un babbo e una mamma che avevano già fatto la loro scelta: il loro bimbo sarebbe nato, a prescindere dal cromosoma "sovrannumerario".

Ma, come troppo spesso accade, il danno di una comunicazione distorta della diagnosi può essere devastante, e così lo è stato per Alessio e Valentina. Una comunicazione cruda e violenta li ha trascinati nell'abisso del dolore, nonostante il grande Amore che già li legava al loro piccino.


La paura "di e per" quel bambino tanto atteso ma ancora lontano dai loro occhi, ha tramutato i sogni in incubi.


Non so se sarò riuscita a trasmettere loro anche solo un millesimo della mia serenità, ma se potessi esprimere un desiderio con la speranza che si avveri, vorrei che questo post arrivasse nei cuori di tutti, e soprattutto di coloro che, forse inconsapevolmente ma certamente con l'intento di tutelarsi, riescono con le loro parole, a trasformare in "lutto" l'arrivo di un figlio tanto desiderato.


Con piacere, qualche giorno fa, ho trovato questa mail che volentieri pubblico.



Ciao Antonella,
ti giro questo racconto che un nostro caro amico sacerdote ha inviato a
Valentina.
Credo che sia un bellissimo omaggio a tutte le mamme.
Fanne l'uso (o meno) che ritieni opportuno.
Un caro saluto
Alessio
 
La madre speciale
 
Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli handicappati?
In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco.
"Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo".
"Forest, Marjorie, figlia. Santa patrona, Cecilia".
"Rutledge, Carne, gemelli. Santo patrono... diamo Gerardo. E' abituato alla scarsa religiosità".
Finalmente, passa un nome a un angelo e sorride: "A questa, diamole un figlio handicappato".
L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio. E' così felice".
"Esattamente", risponde Dio sorridendo. "Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".
"Ma ha pazienza?", chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà".
"Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te".
Dio sorride. "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. E' dotata del giusto egoismo".
L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?".
Dio annuisce. "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Sì, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare.
Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà 'mamma' per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni.
Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio, - le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco".
"E per il santo patrono?", chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria.
Dio sorride. "Basterà uno specchio".
(Erma Bombeck)



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7 commenti:

  1. bellissimo post, bellissimo racconto! mi rendo conto, giorno dopo giorno, a contatto con i " nostri " ragazzi - non solo i down, intendo - che il fardello da portare, per una mamma è per un papà, è grandissimo e dura tutta la vita e intorno ci sono davvero poche persone in grado di aiutarti e di provare un minimo di rispetto e di sensibilità verso il tuo " problema ". solo chi vive in prima persona o di riflesso sa e capisce le situazioni, ma il sapere non credo consoli o aiuti. ed è difficile, tanto. da mamma penso proprio che sia difficile...

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  2. Io ho sempre pensato che non solo Olmo, ma anche tutti gli altri miei figli siano fortunati, perchè hanno scelto di scendere dalle loro stelle, alcune vicine, alcune lontane... e passare tramite me in questo altro mondo che ora li vede, che ora loro vedono.
    Sono fortunati non perchè io sono una mamma speciale, ma perchè a volte mi perdo, e non ho paura di cambiare idea sulle cose, e non ho paura di soffrire. E nemmeno di essere felice. E nemmeno di essere fragile. E nemmeneno di avere paura...
    Sono una mamma, come tante altre, che cerca di guardare gli occhi dei propri figli nelle loro diverse sfumature e colori. Con le loro rabbie e i loro amori.
    Si, sono stati fortunati a passare da me prima di arrivare qui, ma perchè li amo tutti profondamente.
    E li accolgo. Sempre.
    E poi anche l'universo è una ruota che gira... le stelle lontane lontane, prima o poi si riavvicinano, e quelle vicine, da cui è facile arrivare, vanno lontano lontano...
    Le difficoltà non abitano nella differenza, ma nell'indifferenza.
    Un abbraccio a tutte le nuove mamme, speciali e non.
    Bea

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  3. Vorrei abbracciare Alessio e Valentina e sussurrare loro che quando vedranno e stringeranno tra le braccia il loro piccino le cose diventeranno più facili: saranno travolti dalla tenerezza, dall'amore e dal bisogno di cure che ispira un neonato, anzi di più perché quello non è un neonato qualunque ma il loro bambino. E andando avanti molto probabilmente si stupiranno di tutte le cose "normali" che scopriranno nel loro bambino "diverso". Forse all'inizio, guardandolo, il loro primo pensiero sarà: "questo è un bambino Down", ma ben presto diventerà: "questo è Marco (o Luca o qualunque altro nome essi gli daranno)" e anzi ci vorrà un minuscolo sforzo di 1 secondo di concentrazione per ricordare: "ha anche la sindrome di Down". Ho scritto "forse", ho scritto "probabilmente" perché questo è quello che è successo a me e a mio marito quando è nata Delia (che per inciso ha compiuto 6 mesi, sorride e oggi inizia lo svezzamento); ovviamente non posso sapere se sarà esattamente quello che proverete anche voi... su questa Terra siamo tutti diversi, a prescindere dalla genetica! Vi mando un abbraccio speciale...

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  4. Riscopriamo noi stessi e capiremo i nostri ruoli.
    Noi genitori, non siamo i padroni dei nostri figli, ne siamo solamente i "custodi" a cui sono stati affidati temporaneamente per un periodo della nostra vita terrena. Sono loro che in accordo con nostro Signore ci scelgono come genitori.
    Non dobbiamo chiederci il perchè! Ma sentirci felici di essere stati scelti. Felici ed orgogliosi, ma anche consapevoli che questo nostro compito lo dovremo svolgere tra mille difficoltà e che comunque anche se spesso lo dubitiamo, avremo le capacità e le forze necessarie a farlo, perchè mai saremo lasciati soli. Innamoriamoci dei nostri figli, ma stiamo pronti a lasciarli andare quando sarà il momento.
    I genitori fortunati saranno coloro che vivranno con i propri figli tutti i momenti della vita, e ringrazieranno il cielo di averne avuto l'opportunità.
    Beati coloro che troverà con le lucerne accese, dice un salmo, Beati coloro che scopriranno la luce negli occhi di quelle creature che chiedono solo Amore.

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  6. Questa mattina ho scritto una lettera al mio Mattia...un modo per fermare le parole visto che è ancora troppo piccolo per comprenderle. Voglio riportare un passo della mia lettera per Alessio e Valentina: "Avevo una voragine nello stomaco, una voragine dentro la quale avevo paura di guardare. Tutto spari' quando il tuo pianto, il tuo sguardo dolcissimo, il modo di aggrapparti ai miei vestiti mi raccontavano l'ansia nell' affrontare un mondo a te sconosciuto, un mondo in cui la tua unica certezza ero la voce della tua mamma e l'amore che già mi legava a te, all'improvviso esplose in un boato così forte che ancora adesso ne sento l'eco. E' stato allora che compresi che ti avrei regalato la mia vita". Alessio e Valentina non abbiate paura l'essere genitore è una cosa così naturale e profonda che, come ha detto Elisa, non c'è genetica che tenga! Un abbraccio

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  7. Carissimi, anche noi siamo stati scelti per accogliere Matteo, e da subito, nel silenzio del mio cuore ho capito di essere fortunata, perchè spesso si ama aspettando un contraccambio io invece sono stata scelta per amare l'Amore. Si, proprio così, l'Amore è venuto a cercarci con Matteo.
    La paura? E' arrivata anche lei ma insieme a nostro figlio abbiamo anche ricevuto il coraggio per affrontare le sue difficolta', che non sono diverse da quelle degli altri miei figli. Matteo ha tanti angeli custodi, e anche il bambino di questa coppia non sara' mai solo, come non saranno mai soli il babbo e la mamma.

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