martedì 17 gennaio 2012

Italia's Got Talent il giorno dopo. Una voce fuori dal coro.






Sinceramente me l'aspettavo.
Mi aspettavo il fiume di commenti, di mail, i complimenti e le critiche.

Partecipare ad uno spettacolo che va in onda il sabato sera in prima serata su Canale 5 è già di per sé rischioso, se poi a partecipare sono ragazzi con la sindrome di Down il gioco si fa ancora più difficile. Purtroppo.


Perchè?


Perché il "pericolo" è quello di cadere nel pietismo e nella strumentalizzazione, e si può correre il rischio di far leva su aspetti che commuovono il pubblico evidenziando ancor più le differenze anziché esaltare la normalità.

La responsabilità di rappresentare in quel contesto tutti i ragazzi con sindrome di Down, a prescindere dalla provenienza territoriale, pesa come un macigno ed è proprio per questo motivo che ho voluto condividere il mio pensiero con Sergio Silvestre, presidente del nostro Coordinamento Nazionale CoorDown.

Quindi, se riteniamo che sia giusto mettersi in gioco e giocare perché "essere diversi è normale", accetteremo con serenità l'essere giudicati per quello che "faremo" e non per "chi" siamo.


Sabato 14 gennaio i ragazzi del Teatrallegria hanno rappresentato a Italia's Got Talent il mimo intitolato "Mani". Si sono comportati egregiamente, mostrando con serietà, professionalità e impegno ciò che normalmente rappresentano in teatro, riuscendo a gestire molto bene le loro emozioni. E il consenso del pubblico è stato sentito e spontaneo.
Per tutto questo a loro vanno i miei sinceri complimenti e ringraziamenti.


Ma rappresentandoli, il mio ruolo è anche quello di sostenere il messaggio che con grosse difficoltà cerchiamo di far passare quotidianamente, quindi, per questo motivo, i nostri ragazzi la prossima volta avranno un compito difficilissimo: "emozionare sorprendendo".

Comunque vada la competizione alla quale hanno avuto piacere di partecipare, per me hanno già vinto per ben altri e alti motivi, e non ho bisogno di alcun tipo di conferma.


Utilizzare i mezzi pubblici


Uscire con gli amici


Lavorare



Praticare uno sport



Cucinare



Vivere con la propria indipendenza



Studiare in una scuola che funzioni


Non rinunciare al piacere di una poppata
                                                                  Tutto partirà da qui


                                                    "essere diversi è normale"
www.at21.it

4 commenti:

  1. Finalmente sono riuscita a vedere l'esibizione, brava anche la voce femminile che ha dato voce all'emozione ed all'evento.
    Bravi tutti!
    Un abbraccio

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  2. Si, concordo che i pregiudizi sono ancora tanti.

    E' una emozione per noi genitori vedere che i nostri figli vivono con le loro capacità e con tanta fatica, loro e nostra, nel mondo la normalità...quello che non è giusto è che debbano sempre dover DIMOSTRARE di saper fare o poter fare, anche a noi... e anche che per tanti di noi sia necessario che loro DIMOSTRINO di saper fare e di poter fare...

    Penso che sia proprio questa la chiave sbagliata ma al tempo stesso una comoda alternativa alla fatica ancor più grande che tutti dovremmo fare per non nasconderci dietro le emozioni e non fermarci a queste.

    L'emozione che suscitano in noi e anche negli altri, che li guardano, che hanno paura di giudicarli, oppure che li giudicano "senza giudicarli", senza vedere le cose che fanno ma guardando solo da chi sono fatte, a volte non lascia passare il messaggio che essere diversi è normale, avere difficoltà è normale, e non deve solo far emozionare.

    Da mamma, e soprattutto da mamma di Olmo, non ho ancora imparato a dividere le difficoltà che lui incontra nel fare le cose e il risultato che ottiene.
    Un risultato meraviglioso per me, perché l'ha raggiunto lui, e perché comprende tutti gli ostacoli che ha trovato per raggiungerlo, che entrano con tanto altro nella SUA VALIGIA...

    No, ancora non so come fare a togliere la mia emozione dalla soddisfazione in quello che lui raggiunge, e forse non è nemmeno giusto farlo.
    Non penso di privilegiare Olmo dagli altri miei bambini con questo.
    E non penso che si debba demonizzare l'emozione che suscitano i nostri figli... non ci dovremmo fermare all'emozione, e noi genitori non lo facciamo, ma tutti gli altri?

    E qui scende in campo l'importanza del messaggio che dobbiamo imparare tutti: essere diversi è normale.
    Ma che belle le emozioni.
    Beatrice

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  3. che gioia questo post, che gioia questa vittoria che non dipende dal vero esito della gara.
    Sono Barbara e anche io ho un bimbo di tre anni, Killò, con la SD.
    Condivido tutto quello che scrivi: bisogna riconoscere la diversità, non negarla, e riconoscere che ognuono di noi è diverso. tutti siamo diversi! Forse è ora di allargare un pochetto questo concetto di normalità.
    Ne sto parlando anche io, con tanto sostegno da parte di tante mamme, blogger e non.
    Spero che questo sia un passo concreto verso un'inclusione più reale. Se così non fosse, è stata comunque un'esperienza preziosa per i nostri ragazzi.. talentuosi :)
    grazie grazie

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  4. Che meraviglia questo post! Arrivo per segnalazione di Barbara, condivido tutto quello che hai scritto: essere diversi - in tanti modi diversi - è normale.

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