domenica 15 aprile 2012

Diversamente cavalli. Una giornata molto particolare e la metamorfosi di un presidente.

I ragazzi di Trisomia 21 ospiti dell'ippodromo Capannelle di Roma.





Dal comunicato stampa Ippodromo Capannelle

Il 15 aprile, nella domenica imperniata sul Premio Carlo Chiesa che apre la stagione dei grandi
eventi di primavera, un ospite del tutto particolare calcherà le piste dell’ippodromo Capannelle.
Binocoli puntati su Laghat, il cavallo cieco recentemente alla ribalta delle più importanti tribune
mediatiche italiane. Il 9 anni, che ha vinto 19 corse in carriera, avrà dalla sua un gruppo
di supporter d’eccezione: i ragazzi dell’Associazione Trisomia 21 Onlus Firenze, finalisti del
popolare reality Italia’s Got Talent.

L’obiettivo di Hippogroup Roma Capannelle è di far incontrare dal vivo i protagonisti di queste
due commoventi storie, invitando in ippodromo sia Laghat che correrà nella corsa intitolata
all’Associazione Trisomia 21 Onlus Firenze che i ragazzi del Teatro Allegria che avranno
l’opportunità di vivere una giornata diversa con una visita guidata in ippodromo, seguire lo
spettacolo delle corse facendo il tifo per il loro beniamino...

Due vicende, quella del cavallo cieco e dei talentuosi ragazzi del Teatro Allegria, che
raccontano il riscatto sociale di chi riesce a superare la disabilità per fare ciò che ama. Laghat
è quasi del tutto cieco a causa di una micosi che lo ha colpito ad entrambi gli occhi da puledro.
Dal mondo dell'ippica e dal suo proprietario Federico De Paola, che è anche il suo allenatore e
il suo fantino ha ricevuto un trattamento speciale, tanto che a differenza degli altri purosangue
che vivono in un box, lui gode della comodità di una capanna nel parco di San Rossore, a Pisa,
che condivide con una cavalla grigia perché non ama stare solo. Lui ha corrisposto a tutto
queste attenzioni con le vittorie, l’ultima il 23 febbraio all'ippodromo pisano del Prato degli
Escoli dove, in un campo di 15 partenti, ha trionfato di due lunghezze e mezza, accendendo
l’entusiasmo dei media e del pubblico.

Lo scorso 21 marzo il programma Matrix di Alessio Vinci ha raccontato le esperienze dei
ragazzi e quella del cavallo cieco ponendo l’accento sull’integrazione sociale e sul fatto che la
disabilità non può e non deve essere una barriera alla vita.


Esperienze decisamente diverse direi, per la verità l'accostamento ci ha fatto riflettere...
intanto partiamo.








...e siamo partiti! Stesso punto di ritrovo, stessa ora, stesse persone (in realtà qualcuno in più), stessa destinazione...l'incubo mi perseguita: non torneremo mica a Italia's Got Talent?!

Silvia C. Allora cominciamo malissimo! L'approssimazione è il nemico N. 1 di una cronaca degna di questo nome. In realtà ci ritroviamo mezz'ora dopo, dall'altra parte della strada, e le persone sono diverse: oltre ad un turnover di alcuni genitori, si sono anche ricomposte le coppie separate dalle necessità. Riguardo alla destinazione, Roma è abbastanza grande da consentirci di non incontrare la C di Cinecittà! E per finire: il cielo color strofinaccio sporco piange ininterrottamente da 2 giorni, la primavera scintillante di Italia's Got Talent è solo un ricordo sbiadito...
Certo l'atmosfera è diversa, familiare direi. C'è chi esibisce i trofei di recenti interventi chirurgici, chi si preoccupa di dove, come e cosa mangeremo (ma va?!?!), chi cerca di leggere senza addormentarsi e le chiacchiere sono un cicaleccio sommesso e tranquillo. Sì, ribadisco: familiare è il termine giusto.

Beatrice S. Finalmente si va in gita! Sul pullman si sono accomodati davanti i babbioni e dietro i giovani...e tra le "giovane" ci siamo anche io e l'Anto...perché come in tutte le gite che si rispettino ci si diverte di più in fondo al pullman...!!!

















 

Antonella E come da protocollo...sosta all'Autogrill e anche se non è lo stesso, la bramosia di raggiungere toilette e briosce è identica, come identica è la qualità delle paste: mappazze che sosteranno nello stomaco per almeno 48 h - che a confronto la "Luisona" non gli lega nemmeno le scarpe!










Silvia C. Giovani e babbioni? Astenendomi per educazione dalle facili rime, si può aprire una dotta dissertazione su quanto possa la forza di volontà: un posto in pullman ha la valenza di una sorta di lifting autogeno? Comunque qui davanti c'è qualcuno convinto di essere vicino a Bassano (continua a leggere senza occhiali, vai...), qualcuno ha deciso d'investire parte del capitale (nello specifico "un par d'euro) nelle scommesse ippiche. Qualcun altro si dice certo che è la volta che si torna a casa con un monte di soldi! Pare sia immorale vincere con le scommesse (soldi senza fatica). E questo spiega l'innegabile fascino dell'immoralità. In ogni caso, a dispetto di chi ci vuol male (caso mai ce ne fossero) il sole ha deciso di sgranchire i suoi raggi e sprazzi sempre più ampi d'azzurro accompagnano il nostro viaggio. Le nuvole sono ormai tutte bianche e Roma dista una sola cifra. Quale sia la cifra non lo so perché per scrivere devo togliermi gli occhiali...

Beatrice S. Intanto i giovani intonano canzoni, o meglio stonano canzoni: chi sa un pezzo di una, chi di un'altra, chi fa "na na na", chi fa "ma ma ma"...Arriviamo a Roma, in quanto al lifting autogeno, semmai le rughe di questa "diversamente" ragazza sono aumentate con le risate...
Che sarà che sarà...
Acqua azzurra acqua chiara...
per fortuna è smesso di piovere...
















Beatrice S. In verità l'acqua la tregua ce l'ha data per un paio d'ore. Abbiamo ammirato la bella struttura dell'ippodromo, e abbiamo pranzato nell'esclusiva zona Vip, dove abbiamo fatto la nostra "porca" figura...
Naturalmente, al guardaroba, oltre ai cappotti e agli ombrelli abbiamo dovuto lasciare anche la nostra ilarità, che abbiamo ritrovato però quando al buffet è stato portato un enorme vassoio con un coscione di brontosauro...
L'acqua poi ci ha ritrovato e non si è risparmiata!



Silvia C. Chéché ne dica chi si è "risentito" per l'azzardato accostamento umano -  equino, alla fine il nostro destino non è stato molto differente da quello di un cavallo da corsa: forse diverse le dimensioni del "tondino" ma sempre in cerchio ci hanno fatto girare. E sempre di buon passo; ci pensava poi l'acqua che veniva a farci galoppare. Comunque niente da dire. Ottima accoglienza (appena arrivati, se qualcuno avesse dubbi su dove fossimo, siamo stati rassicurati: proprio a Roma eravamo. Infatti l'energica addetta al nostro benvenuto ci ha detto che: il nostro arrivo era previsto per le 11,30. Sono le 11,40 e siamo già qui! Chiunque sa che a Roma 10 minuti di ritardo corrispondono a cinque di anticipo, essendo il quarto d'ora di ritardo considerato puntualità.) Buono il programma, soprattutto per la possibilità di vedere da molto vicino quegli splendidi animali. Discreto il cibo. I ragazzi si sono comportati egregiamente, dimostrandosi interessati.

















Dell'intrattenimento si è occupata la nostra impagabile presidente, prima utilizzando un tavolo come camerino nel tentativo di rendersi presentabile per un'intervista non concordata, arraffando abiti e monili a destra e a manca per poi riemergere da sotto il tavolo come appena uscita da una boutique. Dell'usato, visto che indossava qualcosa di questo e qualcosa di quello e non sempre il proprietario era noto: una presidente patchwork, insomma.



Mai doma, l'Antonellina "de noantri" si è trovata a discutere con un energumeno che le impediva l'accesso alla tribuna VIP in quanto era "senza cravatta obbligatoria". Le ho visto passare sul volto un'espressione di smarrimento, probabilmente dovuta al fatto che i ragazzi erano già entrati tutti. Incredibilmente, invece di combattere di fronte a questa vergognosa discriminazione, si è ritirata in buon ordine (immagino anche perché nessuno aveva la cravatta da prestarle...)
Ma l'episodio clou della giornata, riassuntivo ed emblematico, ha visto come protagonista uno dei ragazzi. Trattati come divi (riprese, foto, interviste come piovesse! E sì che pioveva...) per tutta la giornata, conivolti in spiegazioni più o meno verbose ed esperienze più o meno spontanee (toccate il cavallo, accarezzate il cavallo, ecco il fantino, ecco il presidente etc. etc, tanto che alla fine accarezzavamo il presidente e toccavamo il fantino) 














dopo la gara vengono premiati con una medaglia ricordo insieme al vincitore della corse che, ovviamente, non è il nostro cavallino cieco, arrivato ultimo non senza però aver beneficiato di una scommessa cumulativa dell'AT21 della quale mi rifiuto di conoscere l'importo per non piagere.











All'intervista finale, dopo la premiazione, e dopo che il tipo si era prodigato nel declamare quanto i ragazzi tenessero a Laghat e quanto fossero partecipi e quanto fosse stata bella la loro esperienza, il signore col microfono chiede: allora, Matteo, ti è piaciuto Laghat? E Matteo candidamente risponde: io non ci sono mai stato a Laghat...





Tralascio le periperzie verbali dell'intervistatore per riportare il tutto in equilibrio, anche perché ridevo troppo per ascoltare...


...non ho parole, 
ma siamo sicuri che il nostro è un centro riabilitativo "all'avanguardia"? 










3 commenti:

  1. Una cosa è certa: all'impegno, agli imprevisti, alle sorprese, agli intoppi..si aggiunge sempre un buon motivo per farsi una risata!!
    ..che quel "+1" sia proprio questo?!?

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  2. Sicuramente è un centro abilitativo, nel senso che fornisce varie abilità, di cui magari a volte si potrebbe anche fare a meno, ma che a volte servono tantissimo:
    autoironia,
    non prendersi troppo sul serio
    fare buon viso a cattivo gioco
    fare del bisogno una virtù
    fare le nozze coi fichi secchi
    e in fondo c'è chi dice che l'abito non fa il monaco...
    E infatti...

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  3. Da piccola collezionavo figurine, adesso, colleziono figure...e chi mi conosce lo sa bene :-)
    Grazie. Grazie davvero per la comprensione!

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