giovedì 19 settembre 2013

La dignità di un lavoratore. Il rispetto per il suo lavoro. Punto.

Articolo 1: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro"

Ma la Costituzione Italiana, è ancora la nostra "Costituzione Italiana"?



Alessandra, seppur in un inserimento lavorativo, lavora.
Percepiva un "gettone di presenza" pari a dieci euro al giorno. Al giorno, sì.

Una miseria già difficile da giustificare, che sicuramente non le permetteva di vivere, ma che almeno dava un senso al suo lavoro, alla sua fatica, al suo impegno.

Dopo una comprensibile riflessione i genitori hanno deciso di scrivere una lettera che merita l'attenzione di tutti e che si commenta da sola:

Con riferimento alla vostra lettera del 25/06/2013, prendiamo atto che dal 1° luglio 2013 è stato definitivamente sospeso il gettone presenza giornaliero per nostra figlia Alessandra.

Vorremmo fare presente due considerazioni:
la prima inerente al percorso di maturazione dell'autonomia di Alessandra che ha imparato ad andare da sola allo sportello bancario di Pratolino per ritirare la quota mensile del gettone presenza, dando così uno scopo e un riconoscimento economico al suo impegno;
la seconda riguarda il rispetto che deve essere dovuto ad un lavoratore anche se disabile. Alessandra lavora rispettando regole e colleghi, si impegna rinnovando ogni volta un percorso raggiunto con molto lavoro, lavora veramente e non è parcheggiata, riteniamo che le sia dovuto rispetto e che sia scandaloso considerarla una lavoratrice a costo zero, quando altri lavoratori disabili, solo perché residenti in altri comuni, percepiscono ancora il gettone presenza.

Siamo convinti che volendo sarebbe possibile trovare anche per Alessandra le risorse per renderla, al pari degli altri, una persona adulta che lavora e di conseguenza riceve una contropartita. 

Ecco, visto che questo mezzo mi concede di rendere pubblico ciò che molti non sanno o non saprebbero mai, lo faccio. Perché tutto questo è inaccettabile oltre che vergognoso. 
Poco senso avrebbe, altrimenti, il mio stare qui ad "organizzare spettacoli"!

Il lavoro è un traguardo. Non sempre.

www.at21.it

1 commento:

  1. E' vero.
    E' inaccettabile.
    In troppi si fanno belli con la parola "integrazione", "uguaglianza" "diritti dei disabili".... ma la realtà è ancora ben diversa, altro che salita, siamo ancora nelle viscere del più bieco pregiudizio e dell'indifferenza che va assolutamente combattuta.
    E' su questo che si misura la civiltà.
    Mi unisco a questa battaglia.
    Beatrice

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