1911 –
2011 EDIZIONE DEL CENTENARIO
Newton Compton Editori
La prima cosa che obbietterete
guardando queste righe è: che senso ha parlare di un volume che
celebra il centenario di qualcuno 3 anni dopo la celebrazione?
Ebbene ci sono dei libri che prima di
essere comprati hanno bisogno di sedimentare dentro di te, e questo è
uno di quelli.
Appena conosciutane l’uscita il mio
primo pensiero fu :”corro a comprarlo” .
Poi passò dalla mente e lo riscoprii
in libreria, allora mi dissi: “Questa è la volta buona”.
Lo presi dallo scaffale, lo girai e
rigirai fra le mani, guardai quanto costava, vidi quanto pesava,
pensai quando lo leggo? E poi cosa penserà di me la cassiera? Potrei dirle con aria complice che lo compro per mio nipote!! Lo
risistemai religiosamente nella sua pila e andai oltre.
Però la vita ti ripropone spesso il
passato, anche nelle cose più piccole, e un giorno in Piazza delle
Repubblica a Firenze in un tendone bianco ancora tra mille
importanti libri lo ritrovai. Non me ne sono più staccato.
Posato amorevolmente sul comodino,
letto a piccoli sorsi, sia per non inflazionare la mente, che per
ragioni pratiche. Non sempre il leggio umano che condivide il mio
spazio serale-notturno è voglioso di diventare leggio; chissà
perché spesso è insofferente a questo onore e sbuffa e si lamenta.
Insomma una lagna. Tutto questo perché questo volume e composto da
oltre 2.000 (duemila) pagine.
Ora state tranquilli non Vi annoierò
con il contenuto, ma solo con il perché ve lo propongo.
Intanto le nostre gentili lettrici
staranno ripassando nella mente l’uomo interprete di Sandokan ( mi
raccomando...) e rileggendo le sue gesta, secondo me la sua
figura era azzeccatissima "...un uomo sta seduto su una
poltrona zoppicante: è di statura alta, slanciata, dalla muscolatura
potente, dai lineamenti energici, maschi, fieri e d’una bellezza
strana. Lunghi capelli gli cadono sugli omeri, una barba nerissima
gli incornicia il volto leggermente abbronzato………”
Poi perché penso e spero che la
maggior parte dei cortesi frequentatori maschi di questa rubrica che
hanno passato da un po’ di tempo la quarantina non possa non
reincarnarsi in Sandokan o in Yanez. O in Tremal-Naik. Non possa non
ritrovarsi sulla tolda di un praho pronto per l’abbordaggio, o a
marciare nelle Sunderbunds del delta del Gange infestate da tigri,
serpenti e dai feroci Thugs o ancora strisciare nelle giungle del
Borneo per sfuggire ai soldati del Raja Bianco James Brooke.
Allora queste
avventure e tante altre vissute con la mia fantasia mi ritornano
tutte alla mente e le ore passate su quei fogli mi sembrano ancora
più ben spese di allora: la foresta tropicale, le belve feroci, i
suoni sconosciuti, gli odori mai sentiti e l’immedesimarsi nei
protagonisti quasi sempre vittoriosi , intrepidi, e sempre
romanticamente impegnati nell’amore per una bellissima
irraggiungibile fanciulla. ”Quella visione mi fu fatale……….
Da quella sera si operò in me uno strano cangiamento ; mi parve di
essere diventato un altro uomo; e che qui, nel cuore, si sviluppasse
una terribile fiamma! Si direbbe che quell’apparizione mi ha
stregato. Se sono nella jungla me la vedo danzare dinanzi agli occhi;
se sono sul fiume la vedo nuotare dinnanzi la prua del mio battello:
penso e il mio pensiero corre a lei; dormo e in sogno mi appare
sempre lei. Mi sembra di essere pazzo………”
Dunque questa mia fantasia è anche
quella che portò Salgari a scrivere questi romanzi , come ben
saprete egli non conobbe mai i territori che descrisse anche se si
documentò e molti personaggi e luoghi sono reali.
Però gli avvenimenti narrati erano
così vivi che i suoi libri ebbero all’epoca un buon successo di
pubblico anche se presto furono trascurati o lasciati in un angolo
dedicato ai ragazzi e agli adolescenti desiderosi di evadere e di
vedere quel mondo che era al di là e che incominciava solo allora
ad aprirsi.
Certo Salgari non è formalmente un
fenomeno ed i suoi romanzi vanno letti in piccole dosi altrimenti
possono stancare ed oggi il suo modo di esprimersi non è certo
attuale “Sì la incontrerà
e forse nella pugna soccomberà….
…. L’affamata Inghilterra ha messo gli occhi sulla nostra
Mompracen…. Ti credo mio valoroso campione, pure io ho paura…….
Vide a breve distanza dalla cateratta comunicante coi fossati del
forte, una fregata di forme svelte però assai impoppata e molto
carica”, però le emozioni che è riuscito nuovamente a
comunicarmi sono sempre uniche anche se il mio mondo e le mie
conoscenze si sono ampliate. Per finire Vi faccio conoscere tre
francobolli di quelle terre che possono rappresentare quelle realtà
e che, per me, hanno sommato fantasia alla fantasia.
Raffaele Strada
Raffaele Strada
Certo che il tuo leggio umano, quello legnoso e lagnoso, potrebbe dirne parecchie sulla tua inclinazione naturale a marciare nelle paludi infestate da serpenti, tigri e Thugs.....
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