Emiliano Gucci
Con molto timore ed un po’ di imbarazzo mi sono decisa a parlare di questo libro: conoscere personalmente l’autore rende la cosa meno facile e meno naturale. Più che altro per rispetto della persona, che mi è impossibile scindere dal suo lavoro.
Questo libro è in realtà una
raccolta di 5 racconti, racconti che parlano di amore. Delle diverse
forme dell’amore:
Apri questa porta: Un uomo si
presenta alla porta di una donna, dopo 12 anni e un amore finito
nella sofferenza, chiedendole, appunto, di aprirgli di nuovo.
Emiliano è stato molto bravo nel dipingere i passaggi emozionali di
lei: la sorpresa, l’incredulità, l’incertezza e la
determinazione. Il finale ovviamente non lo rivelo, ma anche il
lettore si trova ad ondeggiare tra i due personaggi, facendo il
“tifo” ora per l’uno ora per l’altro. Ho trovato
particolarmente efficace il racconto: non c’è giudizio, solo
narrazione.
BWV988: Un ragazzo va a
trovare la donna che è stata l’amante del padre e con la quale
l’uomo ha vissuto fino alla morte. Ci va carico dei pregiudizi
inculcatigli dalla madre che ha sempre detto tutto il male possibile
di quella donna, colpevole di averle rubato il marito. Scoprirà un
padre che non conosceva, di cui ignorava le passioni e il sentimento
forte e bello che li univa. Mentre la musica di Bach accompagna i
pensieri e le parole.
Dal passato: Da una banale
battuta un padre capisce che la figlia sa di essere stata adottata.
L’uomo è terrorizzato dalla paura che tutto adesso cambi. Non
riesce a trovare conforto e confronto nei suoi familiari che invece
gli scaricano sulle spalle anche il “recupero” del fratello in
crisi personale e relazionale. Ma i vincoli dell’affetto sono più
solidi di quanto riusciamo a credere….
Briciole di talento: Andrea è
senza lavoro, ma sa di avere un talento. Deve averlo se ha vinto un
concorso letterario. Questa convinzione lo aiuterà a galleggiare
mentre la ragazza che ama lo lascia, mentre suo padre gli demolisce a
forchettate le sue aspirazioni e lo obbliga ad accettare un lavoro
che non vuole.
L’albero: Un padre va a
trovare la figlia che vive con la madre da cui si è separato. La
bimba gli chiede di andare con lei ad ascoltare “l’albero dei
fantasmi”. Un albero che parla e racconta parole che non si
capiscono. L’uomo per accontentare la figlia dirà di credere alla
voce dell’albero e poi finirà per crederci davvero, tanto che ci
porterà di notte la sua nuova compagna. Questo è il mio preferito,
c’è magia e sorriso. Dialoghi splendidi, la divertente abitudine
del protagonista di annotare i pensieri sui post-it e un’ironia
fulminante.
Ho scelto questa, che è l’ultima
pubblicazione di Gucci, fra tutte perché mi sembra il suo testo
meno feroce, forse per l’argomento che tratta, e per chi si
avvicina al suo modo di scrivere per la prima volta magari vale la
pena cominciare dal fondo.
E’ difficile trovare un modo per
descrivere lo stile di Emiliano, la parola che mi è sembrata più
idonea è “carnale”. Trovo affascinante la sua capacità di farci
conoscere i personaggi un po’ alla volta, nello svolgersi delle
loro emozioni e vicende: il lettore non sa nulla di loro in
principio, non ci sono neanche descrizioni. Li vediamo attraverso ciò
che sentono e che pensano e l’immagine si arricchisce di
particolari via via che leggiamo, proprio come avviene quando
realmente conosciamo qualcuno per caso. Siamo spettatori, ma anche
attori. Una bella lettura. Sulla necessità di affrontare la vita non
per sfizio ma per sopravvivere. E sulle infinite possibilità che si
aprono quando pensiamo che tutto sia perduto.
Silvia Corazza
“Nel tronco ci sono i
gorgoglii. Tipo il rumore della vasca che si svuota o lo stomaco
quando ho fame. La mamma dice che gli alberi sono esseri viventi come
noi e per questo fanno rumori tanto simili. Però in dei momenti il
tronco si mette zitto e si sentono delle voci che dicono proprio
delle parole.”
“E che parole dicono?”
“Non lo so. Cioè dicono parole
precise ma poi parole che non si capiscono e poi altre che si
capiscono e poi altre che la voce è troppo piano e lontana.”
“Se le parole si capissero
tutte, magari il discorso avrebbe un significato.”
Nessun commento:
Posta un commento