di Maria Rosa
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Tommaso |
Da piccola certo sognavo la mia famiglia futura, ma mai avrei pensato di ritrovarmi in una famiglia così speciale e se è vero che nella vita bisogna distinguersi dalla massa, allora ci sono proprio riuscita.
Infatti mio figlio, di anni 21, ha la sindrome di Down e mio marito, 8 anni fa, con un incidente sul lavoro ha avuto l'amputazione di entrambe le gambe, sopra il ginocchio, e cammina adesso con le protesi.
Certo, è ovvio che quando andiamo in un posto nuovo e poi ci ritorniamo dopo un po' di tempo, le persone si ricordano di noi, perché la mia famiglia è piena di segni particolari...
Tuttavia non sto raccontando una brutta storia, certamente non fortunata, difficile, ma non brutta.
Sono infatti orgogliosa di essere riuscita, insieme a mio marito e a mio figlio, a trovare comunque un giusto equilibrio di mente, di cuore, di intenti. Non "tratto" con loro, assecondandoli in tutto e per tutto, non mi sono cioè fatta "tappeto", perché non l'ho mai ritenuto giusto per me e per loro: in casa mia tutti dobbiamo fare qualcosa e tutti devono far da soli ciò che è possibile far da soli, poi ci sono io...
Questo comportamento l'ho preteso per "salvare me stessa" dalle loro richieste, conservando per loro una mamma e una moglie serena, ma soprattutto per dare un messaggio positivo: tutti possiamo fare qualcosa e non ci si deve adagiare sull'handicap, ma bisogna portare a frutto i talenti residui, sempre presenti.
E' vero che il loro handicap è anche il mio handicap, perché quello che loro non possono fare, spesso neanche io posso fare, ma ormai siamo abituati alla nostra sempre nuova normalità e in fondo mi sento anch'io hadicappata insieme a loro: lì comincia la sfida, e la lotta si fa dura...
Capisco il termine "compassione", cioè "patire con", perché sono immersa insieme a loro nei loro problemi, sento i loro deficit, come miei deficit.
Con il tempo ho poi capito che nella mia famiglia, loro sono gli attori protagonisti e io la semplice comparsa, perché qualunque mio problema è sempre meno importante dei loro problemi, ma ho imparato a conviverci, a volte con rabbia e a volte con rassegnazione, di volta in volta "pretendo" un po' di attenzione, quando mi ritrovavo magari influenzata, a letto.
Per fortuna, un grandissimo aiuto lo abbiamo tutti dalla fede, e grazie a Dio, nel vero senso della parola, sappiamo che le nostre sofferenze non sono proprio vane, ma ci servono a guadagnarci un posto per la vita futura, e tutto acquista un nuovo senso, un nuovo punto di vista, molto più rassicurante e fiducioso.
Adesso frequento un gruppo di genitori Dopo-di-noi di "auto-aiuto" e così posso condividere le mie esperienze con persone che vivono situazioni analoghe alle mie, anche se confesso che, di solito, sono più abituata a distinguermi, nei molti ambienti che frequento, proprio per la mia situazione e trovo strano sentirmi "una dei tanti", come quando mi incontro con il gruppo dei genitori di ragazzi disabili.
Sento comunque che è positivo scambiare esperienze, informazioni per darci modo di non ripetere errori altrui, e così si sente meno la solitudine di un contesto familiare comunque difficile.
Vi assicuro che la sensazione è che stare dalla parte della barricata dell'handicap, non è poi sempre così brutto e tragico come invece pensavo, difficile senza alcun dubbio, ma in ogni situazione si può sempre trovare qualcosa di positivo, in fondo, in fondo: bisogna imparare a cercarlo e a conviverci in un gioco di equilibrio giornaliero!
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Tommaso sul palco di "Ti lascio una canzone" canta "Un amore così grande" |
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Tommaso e Silvia..."il suo amore così grande!" |
www.at21.it
Tanti auguri a Tommaso per "il suo amore così grande"
RispondiEliminaGrazie Antonella, per le bellissime cose che scrivi e per l'amore, la fede e l'entusiasmo contagiosi che escono dalle pagine del tuo blog.
RispondiEliminaSei veramente una persona... Speziale!!! :-D
Grazie a te per esserti unita alla "brigata stralunata", e se pensi veramente che il mio entusiasmo sia contagioso, allora questa è una delle rare volte in cui possiamo augurarci una "pandemia"! :-)
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