sabato 26 novembre 2011

Avrei voluto...

Avrei voluto darmela a gambe.
Avrei voluto essere altrove, a duemilacinquecento metri d'altezza, marmotta nella tana, ma ero lì, insieme agli altri, davanti a quattro telecamere e come sempre mi succede, con la totale assenza di salivazione, i battiti del cuore così potenti da interferire con la "prova microfono" e che, passando per la gola, martellavano le tempie. La mia non è una comprensibile ansia, è terrore, vergogna, inadeguatezza.
Eppure solo un'ora prima avevo tutto chiaro nella testa. O meglio, mi sembrava di avere ben definito ogni argomento. 
Avrei voluto: informare, illustrare, spiegare, e perché no, provocare. 
Ma più che il numeratore, scorrendo velocemente a ritroso, segnava l'inizio della trasmissione, e più che i pensieri si accavallavano, per confondersi piano piano e divenire nebbia. Quello smarrimento che, tra il panico e la rassegnazione, induce a domandarsi: ma chi sono, cosa faccio qui, adesso mi alzo e me ne vado...

Tre...due...uno...in onda...e per me il buio.

"In famiglia" lunedì 21 novembre ore 14,10

Da sinistra: Francesca Romana Nardelli, Tommaso Rosi, Andrea Luciani, Irene Galli, la sottoscritta, la conduttrice giornalista Graziana Vitti...


 e ancora: Ivana Pili, Anna Taccetti, Aleck Mc Lean, Giuseppe Malgeri.

Avrei voluto sfruttare al massimo quell'opportunità.
Avrei voluto trasformare i miei pensieri in parole:
"Ogni giorno concentriamo le nostre energie su iniziative che, solo in quest'anno, hanno permesso di garantire con sacrifici e fatica, il servizio riabilitativo sanitario, prima che sociale, a oltre 130 persone con disabilità intellettiva. Tutto documentato e documentabile. Come sanno bene le Istituzioni, e quanti hanno avuto modo di verificare il lavoro che svolgiamo a sostegno dei servizi mancanti o carenti sul territorio.
Grazie al contributo della Banca di Cambiano, e al lavoro svolto da Emiliano Gucci, che ha curato la pubblicazione, abbiamo stampato 5000 copie di  "Il tuo bambino Down" , con lo scopo di diffonderlo "gratuitamente" nei punti nascita, nei consultori, nelle ASL, in tutte le maternità, perché tante sono le famiglie che arrivano da noi con una visione distorta e scorretta di una patologia dove il pregiudizio fa da sovrano. Ma siamo ancora in attesa di capire come fare per poterlo divulgare.
Chiediamo molto impegno anche ai nostri figli. La loro riabilitazione se la "guadagnano" in molti modi: accettando l'assenza dei genitori occupati a portare avanti questo progetto, lavorando ai bar del Nelson Mandela Forum, aiutandoci a raccogliere fondi e subendo, talvolta, anche situazioni umilianti (perché di questo spesso si tratta, tanta è la nausea dei cittadini chiamati sempre a donare) ai vari mercatini, allo stadio, alla Coop. "Osiamo", perché diamo il via ad attività necessarie per i ragazzi senza attendere di avere fondi, ma sappiamo bene che se non agissimo così, non partiremmo mai. Non siamo mai rimasti a guardare, a compatirci, ad aspettare, abbiamo taciuto quando forse, a volte, ci sarebbe stato da parlare, ci siamo sempre rimboccati le maniche mettendoci in prima linea e chiedendo al territorio di fare rete. Purtroppo senza risultati. Siamo stanchi.
Nella nostra struttura c'è un patrimonio che forse molti non sanno neppure di avere, e non parlo del contenitore: 630000,00 euro da noi investiti nella ristrutturazione di un immobile di proprietà del comune. Mi riferisco al contenuto, un progetto pilota in una struttura all'avanguardia, forse unica sul territorio nazionale, un polo per la disabilità intellettiva con personale specializzato, preparato, scientificamente aggiornato grazie alla continua formazione e collaborazione - con le varie Università - su cui investiamo. Senza considerare lo sportello che abbiamo aperto per l'affettività e la sessualità ed il servizio di consulenza di neuropsichiatria per adulti, carente se non assente nelle strutture pubbliche. Il risultato sono i nostri ragazzi, dai piccolini agli adulti, molti dei quali lavorano, pagando le tasse e raggiungendo il proprio posto di lavoro autonomamente con l'utilizzo di mezzi pubblici. Autonomi per vederli indipendenti anche da un punto di vista residenziale, altro progetto sul quale stiamo lavorando e questo a vantaggio di una situazione molto critica e discussa qual'è quella delle RSA. E se i nostri figli sono associati a "costi", possiamo dire che così facendo, saranno un "risparmio" per l'Amministrazione Pubblica a medio lungo termine.
Ecco, siamo pronti a collaborare, a offrire servizi, ma vorremo riuscire a metterci ad un tavolo ed ascoltare qualche proposta. Stringiamo i denti, non molliamo, ma stiamo rischiando la chiusura."

Avrei voluto dire...ma non l'ho detto.



Per fortuna i ragazzi ci vengono sempre in aiuto...con i loro sorrisi, la spensieratezza e la semplicità, si sono rappresentati benissimo, raccontando la loro vita, i loro interessi, l'amore.

Francesca Romana Nardelli, per pura casualità, partecipò alla presentazione del libretto "Il tuo bambino Down", e ne rimase talmente colpita che decise di fare la segnalazione alla redazione di Italia 7. 
Ha poi espresso il desiderio "d'interpretare la lettera" e così è stato.

Aleck Mc Lean che adesso vive in Germania, americano con moglie tedesca, ha raccontato la bellissima e fortunatissima storia della sua numerosa famiglia, compresa Gaia, bimba di 10 anni con sindrome di Down, che parla e capisce tre lingue.

Giuseppe Malgeri, direttore del Nelson Mandela Forum, ha testimoniato il grande valore del messaggio che i nostri baristi speciali portano alle migliaia di persone che frequentano gli eventi del palazzo, dimostrando di essere dei veri lavoratori all'altezza del compito assegnato.

Ivana Pili, psicologa e coordinatrice della nostra equipe, nonostante la tensione, è riuscita ad esprimere bene e chiaramente alcuni concetti fondamentali del nostro operare: l'importanza del "divenire adulti" e del saper gestire le proprie emozioni.

Anna Luciani, se la conosco bene, era esattamente nella mia stessa condizione, apparentemente serena e sorridente, ma con un groppo allo stomaco degno dei postumi di un pranzo di Natale.

Un ringraziamento particolare a Graziana Vitti che, con la sua professionalità, esperienza, simpatia e solarità,  ha condotto egregiamente il programma, coinvolgendo i telespettatori per accompagnarli alla scoperta...di "un mondo da scoprire"!



                                                                 Il tuo bambino Down




                                 Fuori onda il ghiaccio si rompe...ma è sempre troppo tardi!



www.at21.it

2 commenti:

  1. Ancora non si può vedere dal sito della Rai, l'ultima visibile è la puntata del 19-11-2011
    Penso che chiunque davanti alla telecamera dimentica quello che vorrebbe dire, e tu, anche se schimmietta, sei una umana ;-)

    RispondiElimina
  2. mi spiace non averti potuto seguire in diretta, ma con la storia del cambio tra le trasmissioni in digitale e le analogiche, non ero riuscito a risintonizzare il canale.
    Silvia ti ha cercato per tutto il pomeriggio, spippolando sul telecomando.
    Se hai la possibilità di avere la registrazione ci farebbe piacere vederla.
    Per il resto, le parole non hanno senso se non sono accompagnate da un coinvolgimento diretto che ti fa toccare con mano quello che vorresti esprimere.
    Nessun oratore, anche il più bravo, può riuscire a dare forma a delle sensazioni emotive che escono dall'anima di chi si dedica agli altri. Quindi non essere delusa se pensi di non avere condotto la discussione su come avresti voluto. Penso che chi aveva il cuore in sintonia col tuo, sia entrato in contatto diretto con tutto quello che vi circonda, ed abbia percepito la cosa più importante che esiste nel vostro operare, la diversità, siamo noi che la scegliamo in funzione dei nostri stati d'animo, dei nostri preconcetti, delle nostre paure o debolezze, e non è rappresentata da un semplice aspetto fisico.
    I nostri ragazzi hanno un punto in comune. Sono e siamo tutti figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza.Ognuno di noi porta nel suo aspetto e nel suo cuore qualcosa di Lui.
    Guardiamoci dentro e troveremo il filo che ci unisce.
    Da amico ti ammiro per il tuo impegno, e sono felice dei risultati che ottenete.
    Pur non avendo visto la trasmissione credo che il messaggio sia arrivato a chi lo attendeva, anche non sapendolo!
    Brava Antonella

    RispondiElimina