martedì 8 novembre 2011

Melassa e frutta secca




Un titolo e un post particolare.
Lo scambio di battute avvenute con Silvia nei commenti di "Quando vale la pena sognare: una scommessa vinta" ne chiariranno il senso.

Silvia ha qualcosa da scrivere in questo post-it, in questa finestrella, e lo chiede con una mail che sintetizzando recita così:

"Ciao Antonella.
In allegato trovi quanto avevo minacciato di mandarti...
Preciso che per me "down" è un aggettivo. E, ligia agli insegnamenti della mia prof. di lettere, in italiano gli aggettivi non hanno la maiuscola. Il sig. Down è un'altra cosa. Che poi lui l'ha etichettata, la sindrome, ma mica ce l'aveva. :-P"

Ricevo e volentieri pubblico


Noi due non siamo "down".
E questo incipit serve solo a sottolineare subito l’anomalia “genetica” di questo post.

Eppure, nonostante il nostro evidente svantaggio iniziale, l’Associazione Trisomia 21 ha fatto per noi quanto (e forse di più) avrebbe fatto per qualunque persona con gli occhi a mandorla si fosse presentata alla sua porta. E parlo di ASSOCIAZIONE, nei suoi singoli membri e nella sua globalità.

Ci ha dato l’opportunità di incontrarci, le prime occasioni per frequentarsi, la possibilità di imparare a conoscerci e inserirsi l’una nella vita dell’altro. E mi ha tolto il peso di dover spiegare, giustificare, insegnare cosa mi lega a mia sorella Valentina e chi Valentina è.
Ci ha seguito e ci segue con un affetto che neppure sapevamo di suscitare e che sicuramente sappiamo di non meritare.
Si è occupata della nostra integrazione sociale, accompagnandoci con il sostegno individuale dei suoi componenti che hanno manifestato per noi, e per la nostra storia, soddisfazione e consensi tali da farmi pensare, a volte, che ci considerassero casi umani ormai senza speranza.
Si prende amorevolmente cura del nostro tempo libero, cercando di occuparne il più possibile in modo costruttivo per sé e per noi.
Si preoccupa della nostra autonomia. Per esempio, ogni volta che qualcuno si offre di accompagnare Valentina, regalandoci così mezz’ora di tempo o di sonno in più.
Ci ha inserito in un progetto di vita indipendente, visto che ormai da 7 mesi viviamo insieme.

Insomma, nonostante la nostra evidente “diversità”, l’AT21 ci ha accolti e, con estrema coerenza, si è comportata con noi come con qualunque persona down.

Noi due dobbiamo molto all’Associazione, intesa come entità e come individualità. E questo strampalato post serve, o vorrebbe servire, a dire grazie a tutti e ad ognuno. Perché di quello che ci avete dato e ci state dando ne siamo consapevoli.

E vorremmo ringraziare tutti gli amici di Valentina, i primi a capire e a sapere, che ci hanno regalato la loro gioia sincera, e anche un po’ incredula, fatta di abbracci ed energiche pacche sulle spalle.

Noi non siamo due persone down.
Però siamo due persone felici. Grazie.
Rigorosamente in ordine alfabetico: Silvia e Raffaele :-P

Non ho foto di noi tre. Neanche di noi due. Se hai una foto della Vale metti lei. Tanto è tutta colpa sua.

Valentina



Una bella storia d'Amore nata tra le "mura" di Trisomia 21. Brava Valentina.

Ah, Silvia, a proposito...visto che, passando dal "sostegno individuale", avete raggiunto la"vita indipendente", vorrete mica rinunciare al corso di "affettività e sessualità"? 
Dico, fatto trenta, fate trentuno...eh!


2 commenti:

  1. Ma l'abbiamo fatto quel corso!! Abbiamo le dispense che Valentina si è premurata di farci leggere. Mica è nata ieri, lei: aveva pensato anche a questo...:-P

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  2. Io continuo a venire, non pensare che mi sia scordata di passare di qua.
    Un abbraccio a tutti ;-)

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