venerdì 25 maggio 2012

Locanda bagnata, locanda fortunata

Infatti, come no, guardate che pienone!

L'abbiamo inaugurata il primo maggio e non c'è stato un fine settimana con il sole; causa maltempo la Provincia ha rinviato pesino Ruralia - festa dell'agricoltura - e mentre ci domandiamo se dipende da noi...
ho scoperto che l'acqua ha un suo significato - almeno per Villa Demidoff.

Ecco la locanda


il parco


Villa Demidoff è la denominazione moderna di quello che resta della Villa Medicea di Pratolino.
Il parco, seppur stravolto e spogliato nel corso dei secoli, è uno dei più belli e vasti di tutta la Toscana, tra i più importanti nello stile all'inglese.
La grande tenuta di Benedetto Uguccioni fu acquistata nel 1568 da Francesco I de' Medici, non ancora granduca. Il terreno era piuttosto lontano da Firenze in una zona aspra e scoscesa ai piedi dell'Appennino. Francesco affidò a Bernardo Buontalenti l'incarico di edificare una splendida villa (1569-1575), per il soggiorno della sua seconda moglie Bianca Cappello.
La villa di Pratolino, doveva rappresentare la concessione principesca al puro lusso, dove tutto era improntato alla massima magnificenza. La "meraviglie" di Pratolino furono, prima ancora di venire completate, oggetto di esaltazione ed encomio in poemetti e altri resoconti, quasi a giustificarne il costo colossale di 782.000 scudi, il doppio, per fare un esempio, della spesa occorsa per completare gli Uffizi.




Il Colosso dell'Appennino

Il palazzo aveva al piano terra un complesso di giochi artificiali con automi, scherzi d'acqua e scenari impreziositi dalla presenza di statue antiche, madreperle, pietre dure e marmi pregiati; anche il parco intorno era ricco di fantasiose trovate e di fontane monumentali; il Buontalenti stesso fu l'ideatore di queste macchine e trovate, che rispecchiavano dopotutto la personalità e gli interessi del nuovo granduca stesso, amante delle "stranezze naturali", dell'estro più fantasioso, come ci manifesta pure un altro capolavoro da egli commissionato, lo Studiolo in Palazzo Vecchio.





Così il cerchio si quadra: quale "stranezza più naturale" di un bel temporale... eh!

Un motivo in più per ripararsi e rifocillarsi nella locanda...


Il bar...

...non spingete mi raccomando, serviamo tutti...

entrate uno alla volta che può essere pericoloso!


per colazione, pranzo, apericena, cena e perché no...tante serate sotto le stelle! 


"Extraterrestre portami via!"



Ebbene sì, le vacanze a Villa Demidoff - cosa non si farebbe per risparmiare i soldi delle ferie.







Ci troverete ogni fine settimana - e non solo - a lavorare con i nostri ragazzi. 







Quindi teneteci d'occhio, perché abbiamo intenzione di divertirci per davvero...
"come al solito, del resto!"




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venerdì 18 maggio 2012

"Ti presento un amico"...lo spettacolo siete stati voi!



Tremilaseicentodieci biglietti venduti...
ma vedervi lì, quello sì che è stato "uno spettacolo".







Esattamente una settimana fa:

nel pomeriggio sound check per tutti - o quasi - e poi a mangiare...





... perché l'appetito non ci manca mai





né ai piccini, né ai grandi!




Perfino Isotta s'è mangiata una banana!




Pronti? Via!




Alle 21,30 si abbassano le luci e tra l'emozione di tutti, nel totale silenzio, ha inizio la settima edizione di "Ti presento un amico". 
Apre lo spettacolo la "Ludoteca Teatrale" diretta dall'eccezionale coreografo Massimiliano Terranova





























Poi a tutto ritmo, con i piccoli percussionisti "Mirim da Sambanda"









Ecco il turno di Alessandro Riccio con una sorprendente parodia di Edith Piaf  "contagiata" dalle indimenticabili canzoni di Nino Manfredi...






E' la volta adesso della MaxBalletAcademy che ha visto coinvolti trenta ballerini in un "Pinocchio" realizzato esclusivamente per Trisomia 21 e diretto magistralmente dal coreografo Massimiliano Terranova





















Ma in questo spettacolo, poteva mancare una scimmia??? Identica. E' identica. 
Praticamente una sorella! Isotta con l'inseparabile amico Nicola Pesaresi










Non è facile, oggi, trovare un uomo che rappresenti lo sport per serietà, onestà, correttezza e saggezza...noi siamo stati molto fortunati perché l'abbiamo trovato: Alfredo Martini.




E con il mimo dei nostri mitici protagonisti di Italia's Got Talent, chiude la prima parte dello spettacolo.

























Il secondo tempo riprende sulla scia del filone Italia's, con l'ultima delle nostre "scoperte talentuose"...
                                                                  Chiara e Viola







Le due cabarettiste lasciano il posto ad un gruppetto che ce l'ha fatte vedere di cotte e di crude. Perché? Sono arrivati alle 21,30 saltando il check sound - che ovviamente poi hanno fatto in diretta sul parlco :-) e il panico c'ha fatti mezzi...come loro:

                                                                       I Gatti Mezzi






...e se i Gatti Mezzi sono arrivati direttamente da Pisa, Livorno ha risposto con un amico che, facendoci piegare in due dalle risate, ha preso pubblicamente l'impegno di tornare a trovarci...
l'esilarante Paolo Migone










Livorno raddoppia con la presenza di Bobo Rondelli, poeta, cantautore e uomo di rara sensibilità. Infatti è stato facilissimo - anche dietro le quinte - intenerirsi e commuoversi ascoltando il grande Bobo e le sue le dolcissime parole:




"Li chiamano disabili, diversamente abili, portatori di handicap, ma nessuno li chiama mai...

                                                        portatori sani d'amore"







 Poi ancora ritmo e movimento con la Sambanda e il nostro gruppo di capoeira













Con vibranti note chiudono la serata i Pilgrims, un coro gospel che ha eseguito, con rara bravura, brani che hanno saputo fondere divertimento, emozione e condivisione.


















E infine loro, ultimi ma non ultimi, Gaia Nanni e Alessandro Masti, ai quali vorrei esprimere il mio personale ringraziamento per aver creduto in noi, per aver collaborato per mesi alla realizzazione dello spettacolo con professionalità, semplicità, entusiasmo, dedizione e anche tanta allegria. 
Sono riusciti ad accompagnare per mano un pubblico davvero speciale, facendolo sentire a casa, e riuscendo a coinvolgere tutti con naturalezza, alla scoperta di un mondo che si deve solo imparare a conoscere per non temerlo più.











Per quanto mi riguarda, invece, ce l'ho messa tutta per riuscire a salire su quel palco e ringraziarvi...






 ...ma dopo tanta tensione accumulata, l'emozione ha preso il sopravvento...










ho "sentito" di essere circondata da tanti "portatori sani d'amore", e quando quella comunione m'ha stretto in un abbraccio, le parole hanno fatto fatica ad uscire e forse neppure servivano...
era già tutto lì!


Forse dobbiamo cominciare a chiederci cosa siano la felicità, la serenità, la sicurezza, il nostro modo di abitare, di lavorare. Cosa siano il piacere della scoperta, della ricerca del perchè delle cose, liberi dal dovere per forza giudicare noi stessi o gli altri.”

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