domenica 8 luglio 2012

Cent'anni di solitudine





Curiosando tra le notizie ho appreso che Gabriel Garcìa Màrquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982, non potrà più scrivere.
Da tempo malato, non sarà il cancro - battaglia che ha vinto - che gli impedirà di farlo, ma l'Alzheimer.
Una "brutta bestia" che chi ha vissuto o sta vivendo, a fianco ad un proprio caro, capisce fin troppo bene.

Gabriel Màrquez non ricorda più niente, pare non riconosca più neppure gli amici.
Stava scrivendo la seconda parte della sua autobiografia Vivir para contarla, ma non la potrà terminare.
Un piccolo omaggio a un autore che ho letto molti anni fa e che mi affascinò, a una persona che ha dedicato la vita alla Scrittura, che ha parlato di solitudine, e che nel momento in cui decide di scrivere la propria autobiografia, non ricorda niente della propria esistenza.

E allora, dico io, potrebbe di nuovo liberare la sua fantasia, raccontare quello che forse "non è stato", con l'ironia che lo ha accompagnato nella vita e riaffidarsi a quel mondo irreale e parallelo che spesso ha ispirato i suoi libri, come Cent'anni di solitudine. Paesi immaginari, vite che s'intrecciano in una dimensione alternativa, in luoghi fuori dal mondo, dove il tempo si ripete, i fatti si ripetono dando vita a interminabili cicli uguali a se stessi.

La solitudine è la condizione dell'uomo. Un uomo che combatte, si agita, per non arrivare mai da nessuna parte, per ritrovarsi sempre nello stesso punto.

www.at21.it



2 commenti:

  1. "Debbo diventare una persona che nessuno conosce per evitare di essere ricordato o che qualcuno mi cerchi" (Il segno di Giona)
    l'uomo vive la propria esistenza, senza sapere cosa gli riserverà il destino.
    Forse questo mistero fa si che dentro di noi si intreccino le fantasie più incredibili, i sogni più gioiosi.
    Il risveglio a volte può essere molto crudo, la realtà non accompagna i nostri desideri.
    E' giusto però condividere con chi ci ha risvegliato emozioni sottili, i momenti difficili che ci aspettano.

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  2. è difficile credere che uno dei miei scrittori preferiti che mi ha fatto sognare con le sue parole sia stato colpito da una malattia del genere la stessa che hanno le mie nonne e quindi so bene quanto sia terribile.la cosa brutta è che milioni di persone sanno che ha lasciato un segno indelebile nelle loro vite e lui non si ricorda cosa ha mangiato a pranzo.beh spero solo che le persone che ha intorno gli stiano acconto e gli facciano fare una vita dignitosa

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