Vorrei proporvi questo saggio in
quanto lo ritengo molto importante per la comprensione di alcuni
stati che coinvolgono il nostro animo in situazioni che ognuno di noi
ritiene particolari ma che invece sono comuni a molti.
Due parole sugli autori, autori al
plurale, in quanto Neumann interpreta una parte dell’opera di
Apuleio “Le Metamorfosi”.
Apuleio è stato il più grande
Autore e Filosofo latino del suo tempo e si è distinto per essersi
elevato dal filone della “Retorica” che imperversava in quegli
anni.
Apuleio nacque nella Provincia
d’Africa intorno al 125 d.c. nell’epoca chiamata degli Antonini
in quanto l’impero romano era governato dalla “dinastia” che
iniziò con Traiano e prese il nome da Antonino Pio che fu il più
illustre degli imperatori di quel periodo. Fu un epoca di grande
prosperità economica e relativa tranquillità politica, ma
piuttosto povera da un punto di vista intellettuale. Apuleio era
figlio di un alto burocrate dell’impero e alla morte del padre
ereditò un grossa fortuna che lo portò a dedicarsi ad una vita
intellettuale senza altri bisogni materiali. Iniziò la sua
educazione a Cartagine ma la sua formazione si affinò e completò
ad Atene dove fu iniziato ai Misteri Eleusini ed al culto di Osiride.
Erich Neumann nacque in Germania nel
1905 dove si laureò in medicina nel 1927, si interessò all’allora
nascente specializzazione della psicologia e per questo si trasferì
in Svizzera dove si formò alla Scuola di Carl Gustav Jung. Una
volta completata la sua formazione visti gli eventi politici che
caratterizzavano la Germania decise di emigrare in Palestina dove
trascorse il resto della sua vita prendendo la cittadinanza
Israeliana . E’ morto a Tel Aviv nel 1960. Ricordo qui due delle
sue opere più importanti quali “Storia delle origini della
coscienza” e “Psicologia del Femminile”
Allora: Amore e Psiche può
considerarsi la parte centrale delle Metamorfosi e narra la storia
di una bellissima ragazza, talmente bella da rendere invidiosa
Afrodite che si sente scavalcata nell’adorazione degli uomini: già
da qui emerge il contrasto tra la bellezza di Psiche, utile solo a
lei, e la bellezza della dea, sia fisica che metafisica, riferita al
suo aspetto umano e divino. Come divinità rappresenta “la Grande
Madre” e da qui la sua bellezza diventa strumento di procreazione.
La divinità, adirata, condanna
Psiche a non poter mai avere un matrimonio umano, ma solo a morire.
Dice l’oracolo interpellato dal padre di Psiche che, nonostante la
sua bellezza non era richiesta in sposa da nessuno (forse perché
troppo bella): “non isperare in un genero nato di stirpe
mortale, ma solo in un crudele, feroce e viperino male”.
La ragazza potrà quindi avere solo un matrimonio “di morte”.
Perciò, in un femminile in cui il rapporto con la madre è ancora
molto stretto, l’incontro con l’uomo è vissuto come un pericolo
tale da mettere in discussione il rapporto privilegiato tra madre e
figlia e provocarne la rottura.
Psiche viene salvata da Eros che se
ne innamora. Ne fa sua moglie, ma il rapporto è possibile solo a
condizione che la sposa non veda lo sposo. Lei però, dopo un periodo
di innamoramento istintivo, irrazionale, vuole prendere coscienza del
suo stato e decide di vedere con chi ha a che fare: illumina Eros
che si sente ferito e si allontana da Psiche in quanto desidera un
rapporto più oscuro verso di lei e verso la madre Afrodite.
Oltretutto non ha interesse a questa presa di coscienza.
Da qui nasce il lungo viaggio di
Psiche alla ricerca del suo amato; allo stesso tempo Afrodite
inferocita inizia una lunga caccia nei confronti del figlio
disubbidiente, colpevole di un amore terreno non degno di un dio
quale è. Forse qualche madre o qualche padre potrà riconoscersi in
certi atteggiamenti e in certe parole nei confronti del figlio che,
da questo minato nella sua volontà, preferisce rimanere nell’ombra
dell’incertezza, rimandare, e forse anche rinunciare a un amore.
Per porre fine a questa relazione,
Afrodite affronta Psiche alle sue condizioni e dopo averla malamente
strapazzata fisicamente e moralmente, le assegna tre prove
ovviamente impossibili da superare. Certamente Afrodite è
consapevole dell’inumanità delle prove, ma è proprio per questo
che le impone per dimostrare, in quanto “Grande Madre” la sua
forza al contrario della nullità della figlia.
Invece da qui inizierà la
rinascita psicologica di una Psiche inconsapevole di questo suo
percorso, tanto ignara che più volte verrà presa dallo sconforto e
dalla disperazione fino a pensare al suicidio quale rimedio ad una
situazione che appare senza via d’uscita.
Ognuna di queste prove ha un suo
significato psicologico ed in ognuna di esse la ragazza troverà un
aiuto insperato in alcuni animali simbolici.
Nella prima Psiche deve dividere
una montagna indistinta di semi, ognuno per il suo genere, con
l’aiuto di piccole formiche: il caos indistinto che viene
regolarizzato dall’istinto ordinato degli animali, unito alle
nostre potenzialità nascoste che utilizziamo solo nel momento del
bisogno.
La seconda prova consiste nel rubare
un fiocco di lana dai ferocissimi montoni solari: riuscire ad
avvicinarsi ad un maschile distruttivo, così percepito da un
sentimento matriarcale primitivo, senza tuttavia distruggerlo ed in
questo è aiutata da una canna “divina”.
Nella terza prova l’eroina deve
racchiudere l’acqua della sorgente in un’urna di vetro,
contenere quindi il flusso vitale che non può avere forma o
almeno incanalarlo verso le proprie necessità , contando sull’aiuto
dell’aquila, simbolo dello spirito maschile .
Dunque Psiche per poter vivere un
amore completo e non solo istintivo, deve evolversi , maturare anche
attraverso le esperienze della vita. Con la sua trasformazione
coinvolgerà anche Eros e lo porterà ad una sua maturazione ed in
conclusione ad un rapporto più consapevole e più duraturo.
Purtroppo però Venere, la grande
madre, non si darà per vinta e invierà la povera nuora
letteralmente all’inferno a prelevare da Persefone una crema di
bellezza (pensate un po’ cosa può inventarsi una madre gelosa).
Questa volta Psiche è sola nessuno la può aiutare deve trovare in
sè e dentro di sè tutta la forza necessaria per vincere questa
prova tremenda; deve scavare nel proprio inconscio, fare il conto
con le propria ombra, affrontarla, amarla, disperarsi per tutto
l’oscuro che c’è dentro di lei, però prenderne coscienza,
conviverci e superarlo. Oltretutto dovrà anche trattenere la propria
parte femminile istintiva, deve astenersi dalla pietà (soccorrere un
vecchio immerso nel fiume dei morti) e dal desiderio di soccorrere
(asino zoppicante che porta un carico di legna), tutto questo per poi
decidere di aprire il vaso della bellezza e disubbidire così al
divieto postole da Venere.
Così Psiche apre il vasetto per
rendersi ancora più bella e cade nel sonno della morte. Accoglie in
sè la più grande sventura, consapevolmente per poter donare il suo
grande amore ad Eros. Dunque sembra regredire di nuovo in una forma
più primitiva, ma non è così perché ora Psiche è portatrice di
una bellezza diversa che comprende anche la sua personalità
femminile conquistata attraverso le prove e le sue sofferenze .
Anche Eros ne è contagiato e capisce che nessuna dea potrà mai
dargli un amore tanto consapevole da accettare anche uno sposo di
morte ed è per questo che riesce a risvegliare la sua amata e a
farle compiere l’atto finale dell’impresa: portare a Venere il
suo unguento. Affrontare dunque, ma in maniera più strutturata e
consapevole delle proprie possibilità psichiche, la madre terribile
che ancora non si è evoluta ed è rimasta ad uno stadio primitivo.
Questi sono alcuni dei temi che ho
cercato sommariamente di riportare per interessarVi alla lettura di
questo libro.
Certo non è semplice nè agevole
mettersi a tavolino su queste pagine, però ne vale sinceramente la
pena, non solo per tutto quello che Neumann ci spiega ma per quello
che smuovono dentro il nostro animo e per quanto ci possono chiarire
anche su situazioni vissute direttamente o indirettamente.
Naturalmente sarebbe molto bello ed
istruttivo se le nostre bravissime, bellissime ed amatissime
psicologhe avessero la volontà di istruirci su questi temi per
darci la possibilità di vivere con più consapevolezza.
Raffaele Strada
Noi su Twitter