mercoledì 21 maggio 2014

Rubrica letteraria: "Olive comprese"


di Andrea Vitali

Collocazione spaziale: paese di Bellano, sul lago di Como
Collocazione temporale: l’era fascista.
Personaggi: tanti, tantissimi. Compresi gatti e piccioni che hanno un ruolo fondamentale. Per citarne qualcuno: Eufrasia Sofistrà, in grado di leggere il futuro; Luigina Piovati detta l’Uselanda (che sarebbe qualcosa di simile ad un ornitologa non proprio convenzionale), Filzina, sorella di uno dei 4 “vitelloni” attorno ai quali ruota la vicenda: tenera, ingenua, segretaria perfetta e dedita ad opere di carità e che finirà per strappare al lettore un sorriso ammiccante e un sorpreso “ma guarda te la Filzina…” e i “mitici” carabinieri di Bellano: il maresciallo Maccadò e i due (appuntato e brigadiere) Misfatti e Mannu rivali di campanile e di carriere. Per non parlare del podestà e della sua signora, degli operai e dirigenti della filanda e di Anselmo Crociati, cacciatore ipovedente. E il lago, con il suo clima di nebbie, umidità e cieli tersi di montagna.
Trama: Irraccontabile. Siamo in un paese e le vite di tutti si intrecciano l’una con l’altra. Diciamo che la storia nasce dalla caccia che il maresciallo dà ai 4 ragazzotti che mettono a soqquadro il paese. Ma è solo un pretesto per tante altre storie tutte collegate fra loro: equivoci e intrighi, vicende personali e trame politiche, qualche cadavere, amori e pettegolezzi, passioni e reati.
L’autore: il mio incontro con Andrea Vitali e gli abitanti di Bellano è stato uno dei più piacevoli della mia vita di lettrice. Vitali scrive con semplicità, in modo divertente e maledettamente realistico, tanto che leggendo un suo libro spesso sembra di vedere un film. Magari in bianco e nero, della serie “Pane amore e…”! I suoi testi sono commedie, il “giallo” è veramente sbiadito davanti all’umanità dei protagonisti, usciti da una realtà paesana che appare a volte soffocante, esattamente come nella vita vera. Ed emersi da un tempo che non sembra più neanche vero. Lo stile è divertente, un umorismo pulito e un’ironia leggera che fa sorridere anche a distanza. Questo è, fra tutti i suoi libri che ho letto, decisamente il migliore, fatto di piccole storie che raccontano un’Epoca. Una delle più cupe della nostra Storia, eppure alla fine spunta il rimpianto per la natura genuina dei personaggi.
Certo, i libri di Vitali non rappresenteranno mai pilastri della nostra letteratura. Ma si leggono con piacevolezza, lasciano “gioia”, e sono tutt’altro che banali. Si possono leggere anche in spiaggia senza sentirsi in colpa, soprattutto verso se stessi. Dopotutto leggere deve essere anche un “piacere”, e non sempre si è in grado di sopportare Dostojevsky. ;-)
Silvia Corazza

Non ricordava bene nemmeno lui quando l’aveva deciso: in ogni caso, alla morte della vecchia, avrebbe preso il gatto e l’avrebbe ammazzato come un coniglio. Dopodichè, considerato che era stato ingrassato a latte e riso, proprio come si fa con un maialino, l’avrebbe anche mangiato.
In salmì, la morte sua.

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