lunedì 31 marzo 2014

The special need


Sesso, amore e disabilità

The Special Need in esclusiva al Cinema StensenDocu-fiction on the road che affronta un argomento tabù. Ospiti in sala i ragazzi di Trisomia 21

Potente affresco sulle relazioni amicali, ma anche una coraggiosa esplorazione in un territorio, quello dell’iniziazione al sesso per chi è portatore di disabilità, di cui spesso si fa fatica a parlare e che rimane sotto il velo di una colpevole indifferenza. E’
The Special Need, coraggiosa opera prima di Carlo Zoratti, regista classe ’82, che sarà proiettato in esclusiva toscana al cinema Stensen (viale don Minzoni, 25) martedì 1 aprile alle ore 17 e 21. La proiezione delle 21 vedrà la partecipazione dell’associazione Trisomia 21, che patrocina l’evento. Interverranno, insieme alla presidente Antonella Falugiani e alla psicologa Ivana Pili, i ragazzi con sindrome di Down, che racconteranno le loro esperienze sentimentali. Il film sarà replicato allo Stensen mercoledì 2 aprile (ore 17 e ore 21) e uscirà negli stessi giorni nelle sale italiane in occasione della giornata mondiale dell’autismo (2 aprile).
Il protagonista è Enea, un ragazzo autistico di trent’anni con un lavoro in fabbrica e una necessità, una necessità speciale: vuole finalmente fare l’amore. Al suo fianco due premurosi amici: Carlo (il regista in persona) e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. I due cercheranno, attraverso un breve viaggio in Austria prima, e in Germania poi, dove esiste un centro in cui il problema è affrontato direttamente e senza tabù di sorta, di creare le condizioni migliori affinché Enea realizzi il suo desiderio.
The Special Need è un road movie leggero come una commedia, ma che non rinuncia a piccole aperture poetiche: “Ho avuto due target di riferimento: i compagni di bevute di mio zio e mia mamma – ha detto il regista - Volevo raccontare una storia in cui ci fosse tutta la poesia e l’emotività che ogni mamma ricerca, e insieme volevo indirizzarla a tutte quelle persone che troverebbero una soluzione, alla sessualità e alla disabilità, nel modo più becero e pratico possibile, per potergli far vedere come ci si può relazionare ad una persona disabile e sentirsi alla pari”.

Grande accoglienza del film all’ultimo festival di Locarno: “Il nostro film rispetto agli altri sembrava quasi come
Tutti pazzi per Mary; forse anche per questo il pubblico ha reagito con una standing ovation piena di applausi e abbracci per Enea”.
Ma se da un lato il film emoziona il pubblico delle sale, dal punto di vista legislativo nel nostro Paese non c'è una normativa chiara sull'assistenza sessuale ai disabili. Nel 2013 a Bologna si sono istituiti i primi corsi per diventare “assistente sessuale”, ma il regista spiega: “In Italia ci sono dei grossi limiti, basti pensare che chiunque abbia dei rapporti sessuali con chi è portatore di una disabilità intellettiva, come Enea, commette un reato molto simile a chi ha rapporti con minori”.
Ingresso: Intero € 7,50 - ridotto € 6.00 (convenzioni extra per gruppi di insegnanti e alunni, con preavviso, € 4,50)
Info: www.stensen.org: 055/576551


martedì 25 marzo 2014

Questa settimana la nostra "Redazione" propone un gioco...con premio!





LA GHIGLIOTTINA

La Ghigliottina è un gioco finale del programma l' Eredita su
Raiuno. Nel gioco c'è il conduttore e un concorrente che deve indovinare una
parola. Per indovinare deve scegliere fra due parole e alla fine rimangono cinque
indizi. Il concorrente ha un minuto di tempo per pensare alla parola dopo la scrive
su un cartoncino .Per vincere la parola del concorrente deve essere uguale alla
parola giusta che è nella busta del conduttore.
Ecco gli indizi della ghigliottina
della redazione:

Parola 1 :

porta

chimica

fiorentina

angolo

piede


Parola 2 :

piscina

vasca

stili

tuffi

Federica Pellegrini





Carlo Conti è alla ghigliottina

Potete inviare le vostre risposte scrivendo una e-mail a: giornalinoat21@gmail.com
...i vincitori verranno premiati! :-)








lunedì 24 marzo 2014

Rubrica Letteraria: Amore e Psiche

AMORE e PSICHE
ERICH NEUMANN



Vorrei proporvi questo saggio in quanto lo ritengo molto importante per la comprensione di alcuni stati che coinvolgono il nostro animo in situazioni che ognuno di noi ritiene particolari ma che invece sono comuni a molti.
Due parole sugli autori, autori al plurale, in quanto Neumann interpreta una parte dell’opera di Apuleio “Le Metamorfosi”.
Apuleio è stato il più grande Autore e Filosofo latino del suo tempo e si è distinto per essersi elevato dal filone della “Retorica” che imperversava in quegli anni.
Apuleio nacque nella Provincia d’Africa intorno al 125 d.c. nell’epoca chiamata degli Antonini in quanto l’impero romano era governato dalla “dinastia” che iniziò con Traiano e prese il nome da Antonino Pio che fu il più illustre degli imperatori di quel periodo. Fu un epoca di grande prosperità economica e relativa tranquillità politica, ma piuttosto povera da un punto di vista intellettuale. Apuleio era figlio di un alto burocrate dell’impero e alla morte del padre ereditò un grossa fortuna che lo portò a dedicarsi ad una vita intellettuale senza altri bisogni materiali. Iniziò la sua educazione a Cartagine ma la sua formazione si affinò e completò ad Atene dove fu iniziato ai Misteri Eleusini ed al culto di Osiride.
Erich Neumann nacque in Germania nel 1905 dove si laureò in medicina nel 1927, si interessò all’allora nascente specializzazione della psicologia e per questo si trasferì in Svizzera dove si formò alla Scuola di Carl Gustav Jung. Una volta completata la sua formazione visti gli eventi politici che caratterizzavano la Germania decise di emigrare in Palestina dove trascorse il resto della sua vita prendendo la cittadinanza Israeliana . E’ morto a Tel Aviv nel 1960. Ricordo qui due delle sue opere più importanti quali “Storia delle origini della coscienza” e “Psicologia del Femminile”
Allora: Amore e Psiche può considerarsi la parte centrale delle Metamorfosi e narra la storia di una bellissima ragazza, talmente bella da rendere invidiosa Afrodite che si sente scavalcata nell’adorazione degli uomini: già da qui emerge il contrasto tra la bellezza di Psiche, utile solo a lei, e la bellezza della dea, sia fisica che metafisica, riferita al suo aspetto umano e divino. Come divinità rappresenta “la Grande Madre” e da qui la sua bellezza diventa strumento di procreazione.
La divinità, adirata, condanna Psiche a non poter mai avere un matrimonio umano, ma solo a morire. Dice l’oracolo interpellato dal padre di Psiche che, nonostante la sua bellezza non era richiesta in sposa da nessuno (forse perché troppo bella): “non isperare in un genero nato di stirpe mortale, ma solo in un crudele, feroce e viperino male”. La ragazza potrà quindi avere solo un matrimonio “di morte”. Perciò, in un femminile in cui il rapporto con la madre è ancora molto stretto, l’incontro con l’uomo è vissuto come un pericolo tale da mettere in discussione il rapporto privilegiato tra madre e figlia e provocarne la rottura.
Psiche viene salvata da Eros che se ne innamora. Ne fa sua moglie, ma il rapporto è possibile solo a condizione che la sposa non veda lo sposo. Lei però, dopo un periodo di innamoramento istintivo, irrazionale, vuole prendere coscienza del suo stato e decide di vedere con chi ha a che fare: illumina Eros che si sente ferito e si allontana da Psiche in quanto desidera un rapporto più oscuro verso di lei e verso la madre Afrodite. Oltretutto non ha interesse a questa presa di coscienza.
Da qui nasce il lungo viaggio di Psiche alla ricerca del suo amato; allo stesso tempo Afrodite inferocita inizia una lunga caccia nei confronti del figlio disubbidiente, colpevole di un amore terreno non degno di un dio quale è. Forse qualche madre o qualche padre potrà riconoscersi in certi atteggiamenti e in certe parole nei confronti del figlio che, da questo minato nella sua volontà, preferisce rimanere nell’ombra dell’incertezza, rimandare, e forse anche rinunciare a un amore.
Per porre fine a questa relazione, Afrodite affronta Psiche alle sue condizioni e dopo averla malamente strapazzata fisicamente e moralmente, le assegna tre prove ovviamente impossibili da superare. Certamente Afrodite è consapevole dell’inumanità delle prove, ma è proprio per questo che le impone per dimostrare, in quanto “Grande Madre” la sua forza al contrario della nullità della figlia.
Invece da qui inizierà la rinascita psicologica di una Psiche inconsapevole di questo suo percorso, tanto ignara che più volte verrà presa dallo sconforto e dalla disperazione fino a pensare al suicidio quale rimedio ad una situazione che appare senza via d’uscita.
Ognuna di queste prove ha un suo significato psicologico ed in ognuna di esse la ragazza troverà un aiuto insperato in alcuni animali simbolici.
Nella prima Psiche deve dividere una montagna indistinta di semi, ognuno per il suo genere, con l’aiuto di piccole formiche: il caos indistinto che viene regolarizzato dall’istinto ordinato degli animali, unito alle nostre potenzialità nascoste che utilizziamo solo nel momento del bisogno.
La seconda prova consiste nel rubare un fiocco di lana dai ferocissimi montoni solari: riuscire ad avvicinarsi ad un maschile distruttivo, così percepito da un sentimento matriarcale primitivo, senza tuttavia distruggerlo ed in questo è aiutata da una canna “divina”.
Nella terza prova l’eroina deve racchiudere l’acqua della sorgente in un’urna di vetro, contenere quindi il flusso vitale che non può avere forma o almeno incanalarlo verso le proprie necessità , contando sull’aiuto dell’aquila, simbolo dello spirito maschile .
Dunque Psiche per poter vivere un amore completo e non solo istintivo, deve evolversi , maturare anche attraverso le esperienze della vita. Con la sua trasformazione coinvolgerà anche Eros e lo porterà ad una sua maturazione ed in conclusione ad un rapporto più consapevole e più duraturo.
Purtroppo però Venere, la grande madre, non si darà per vinta e invierà la povera nuora letteralmente all’inferno a prelevare da Persefone una crema di bellezza (pensate un po’ cosa può inventarsi una madre gelosa). Questa volta Psiche è sola nessuno la può aiutare deve trovare in sè e dentro di sè tutta la forza necessaria per vincere questa prova tremenda; deve scavare nel proprio inconscio, fare il conto con le propria ombra, affrontarla, amarla, disperarsi per tutto l’oscuro che c’è dentro di lei, però prenderne coscienza, conviverci e superarlo. Oltretutto dovrà anche trattenere la propria parte femminile istintiva, deve astenersi dalla pietà (soccorrere un vecchio immerso nel fiume dei morti) e dal desiderio di soccorrere (asino zoppicante che porta un carico di legna), tutto questo per poi decidere di aprire il vaso della bellezza e disubbidire così al divieto postole da Venere.
Così Psiche apre il vasetto per rendersi ancora più bella e cade nel sonno della morte. Accoglie in sè la più grande sventura, consapevolmente per poter donare il suo grande amore ad Eros. Dunque sembra regredire di nuovo in una forma più primitiva, ma non è così perché ora Psiche è portatrice di una bellezza diversa che comprende anche la sua personalità femminile conquistata attraverso le prove e le sue sofferenze . Anche Eros ne è contagiato e capisce che nessuna dea potrà mai dargli un amore tanto consapevole da accettare anche uno sposo di morte ed è per questo che riesce a risvegliare la sua amata e a farle compiere l’atto finale dell’impresa: portare a Venere il suo unguento. Affrontare dunque, ma in maniera più strutturata e consapevole delle proprie possibilità psichiche, la madre terribile che ancora non si è evoluta ed è rimasta ad uno stadio primitivo.
Questi sono alcuni dei temi che ho cercato sommariamente di riportare per interessarVi alla lettura di questo libro.
Certo non è semplice nè agevole mettersi a tavolino su queste pagine, però ne vale sinceramente la pena, non solo per tutto quello che Neumann ci spiega ma per quello che smuovono dentro il nostro animo e per quanto ci possono chiarire anche su situazioni vissute direttamente o indirettamente.
Naturalmente sarebbe molto bello ed istruttivo se le nostre bravissime, bellissime ed amatissime psicologhe avessero la volontà di istruirci su questi temi per darci la possibilità di vivere con più consapevolezza.

Raffaele Strada

Noi su Twitter

venerdì 14 marzo 2014

Lanciata oggi la campagna #DearFutureMom #WDSD2014.






Fieri di aver contribuito alla realizzazione della campagna, vi segnaliamo il video che merita di essere visto e diffuso perché è di un'intensità e di una forza incredibile. Allo stesso tempo i protagonisti trasmettono una serenità che emoziona!






giovedì 13 marzo 2014

Vi aspettiamo al nostro Aperitivo Letteriario!



Cari amici,
sono a segnalarvi un'importante iniziativa che abbiamo organizzato per sabato 22 marzo in occasione della giornata mondiale della persona con sindrome di Down. E' un momento dedicato alla Letteratura, e il filo conduttore che lega i tre romanzi che presenteremo è la "ruota"...cosa c'entra con la sindrome di Down? Lo scoprirete partecipando.
Saranno presenti gli autori coordinati da Walter Bernardi e Silvia Corazza.
Un'occasione, questa, per incontrarci, parlare e condividere un piccolo buffet.
Saremo felici di salutarvi di persona e, se credete, se vi va, aiutateci a diffondere questa iniziativa...ci teniamo veramente tanto!



Noi su Twitter


lunedì 10 marzo 2014

Rubrica Letteraria: Il viaggio dell'elefante

Il viaggo dell’elefante – Josè Saramago



Questa storia, che sembra una favola per fanciulli puramente inventata, nasce invece da una ricerca su un fatto realmente avvenuto in Europa nel periodo del luteranesimo (XVI secolo), periodo attraversato da terremoti religiosi, politici e sociali. Non proprio una ventata d’aria fresca, quanto una vera e propria tempesta. Un elefante (Salomone) arriva dall’India in dono al sovrano del Portogallo con il suo cornac (Subro). Dopo l’iniziale curiosità suscitata, l’animale diventa un peso inutile che “non fa altro che mangiare e dormire”. Su consiglio della moglie, il sovrano lusitano decide di regalare Salomone all’arciduca Massimiliano d’Austria. Il romanzo racconta il viaggio del pachiderma da Lisbona a Vienna passando per Valladolid, Genova, Padova e Innsbruck, compreso il valico delle Alpi. Insieme a Salomone viaggia una comitiva variegata e variopinta di umanità: soldati, servitori, religiosi, animali che attraversano l’Europa fra ali di folla entusiasta e mille difficoltà.
L’elefante è protagonista e spettatore innocente di una amara e divertente commedia umana: i soldati vogliono usarlo per ottenere gloria militare, i religiosi lo strumentalizzano a favore delle loro battaglie contro o pro Riforma e il pachiderma diverrà anche artefice involontario di un “miracolo” che ridicolizza la cecità di un certo tipo di clero. Poi c’è tutta la paura che l’uomo ha della natura e degli altri uomini, il profondo amore verso gli animali che pensano e si manifestano migliori degli uomini, sicuramente più innocenti, la boria e la pochezza dei regnanti, in mezzo a personaggi di grande spessore come l’ufficiale portoghese. Salomone, da strumento, diventa il fulcro di un’umanità a tratti circense che centra la sua vita attorno a lui e che viene indelebilmente segnata da quell’esperienza di viaggio surreale.
Saramago scrive in modo particolare, dalla gestione creativa della punteggiatura e delle maiuscole ad un’ironia finissima e nevicate di citazioni e proverbi famosi commentati in modo così stralunato da farli sembrare nuovi. Non è un libro facilissimo da leggere, proprio in senso tecnico, per il suo stile unico. E, a detta di molti, non è certo il capolavoro dell’autore portoghese. Ma a me è piaciuto molto, forse perché la trama è semplice, ma la visione di Saramago è limpida. Forse perché è un viaggio nella Grande Storia raccontato attraverso una piccola storia.
Leggendo ci si affeziona a Salomone e non lo si vorrebbe lasciare più. Un libro che regala un sorriso ad ogni riga.
.questa strada si potrebbe benissimo paragonare al paradiso, ancorché sia in dubbio che in quel luogo celeste ci siano delle strade, dato che le anime, non appena compiute le formalità d'accesso, sono immediatamente dotate di un paio d'ali, unico mezzo di locomozione lì autorizzato…
Le vacche hanno una storia, tornò a chiedere il comandante, sorridendo. Questa, sì, furono dodici giorni e dodici notti tra i monti di galìzia, con freddo, e pioggia, e gelo, e fango, e pietre come coltelli, e sterpi e rovi come unghie, e rapidi intervalli di riposo, e in più assalti e scontri, e ululati, e muggiti, il c’era una volta di una vacca e del suo piccolo di latte, spersa per i campi, tra bande di lupi intorno dodici giorni e dodici notti durante, obbligata a battersi e a difendere il figlio, in una lunghissima battaglia, l’agonia di vivere al limite della morte, in un cerchio di denti, di fauci spalancate, di bruschi impeti, le cornate costrette a non sbagliare, a colpire per salvare lei stessa e un animalino che farsi valere non poteva ancora, e ancora gli istanti in cui il vitello cercava la tetta della madre, lui che attingeva lento, e i lupi che venivano avanti, la schiena tesa, le orecchie appuntite. Subhro trasse un profondo respiro e proseguì, Alla fine di quei dodici giorni la vacca fu ritrovata, anche il vitello, salvi furono portati in trionfo al villaggio vicino, tuttavia il racconto non termina qui ma due giorni dopo; poiché la vacca si era trasformata in coraggiosa vacca, poiché aveva imparato a difendersi, poiché nessuno poteva più dominarla o blandirla, fu giustiziata, la accopparono non i lupi per dodici giorni sconfitti, ma gli uomini, li stessi che l’avevano salvata, forse proprio il suo padrone, incapace di intendere che, imparata la lezione della lotta, quell’animale un tempo succube e indifeso, prigioniero non sarebbe stato mai più.”
Recensione curata da Silvia Corazza
 

giovedì 6 marzo 2014

Aperitivo Letterario: la Letteratura passa anche da qui!

Eccome se passa da qui, la Letteratura,
anzi, non solo passa, ma si ferma per un po', e vi aspetta!...

Dove?

All'Aperitivo Letterario
un evento culturale organizzato in occasione della 
giornata mondiale della persona con sindrome di Down

Sabato 22 marzo 2014 dalle 12,00 alle 16,00
Sala "Libero Beghi"
Piazza L. B. Alberti 1/a - Firenze


In compagnia degli autori e insieme a 
Walter Bernardi e Silvia Corazza, 
presenteremo:

Il negativo dell'amore 
di Maria Paola Colombo



La vita è una ruota 
di Alfredo Martini



Nel nome di Marco
di Michele Marziani

 

Che cosa c'entra la "ruota" con la sindrome di Down?
C'entra, c'entra... 
Venite all'appuntamento e scoprirete il perché!

E' indispensabile la prenotazione:
05505000458 - at21@at21.it

Noi su Twitter 


Con il patrocinio del Quartiere 2 Comune di Firenze




 

Trisomia 21 onlus Firenze aderente




mercoledì 5 marzo 2014

Trisomia 21 a Rai 1

 
 
 

Luciana Littizzetto a Sanremo: 

"...i bambini con la sindrome di Down son bambini, non sono sindromi..."


ed è così che "La vita in diretta" decide di affrontare il tema invitandoci a raccontare la nostra storia.




Batti il 5...(x1000)!


Grazie!


lunedì 3 marzo 2014

Rubrica Letteraria: Tutte le avventure di Sandokan


 
SALGARI 
 “Tutte le avventure di Sandokan” i cicli completi della jungla e dei pirati della Malesia




1911 – 2011 EDIZIONE DEL CENTENARIO
Newton Compton Editori

La prima cosa che obbietterete guardando queste righe è: che senso ha parlare di un volume che celebra il centenario di qualcuno 3 anni dopo la celebrazione?
Ebbene ci sono dei libri che prima di essere comprati hanno bisogno di sedimentare dentro di te, e questo è uno di quelli.
Appena conosciutane l’uscita il mio primo pensiero fu :”corro a comprarlo” .
Poi passò dalla mente e lo riscoprii in libreria, allora mi dissi: “Questa è la volta buona”.
Lo presi dallo scaffale, lo girai e rigirai fra le mani, guardai quanto costava, vidi quanto pesava, pensai quando lo leggo? E poi cosa penserà di me la cassiera? Potrei dirle con aria complice che lo compro per mio nipote!! Lo risistemai religiosamente nella sua pila e andai oltre.
Però la vita ti ripropone spesso il passato, anche nelle cose più piccole, e un giorno in Piazza delle Repubblica a Firenze in un tendone bianco ancora tra mille importanti libri lo ritrovai. Non me ne sono più staccato.
Posato amorevolmente sul comodino, letto a piccoli sorsi, sia per non inflazionare la mente, che per ragioni pratiche. Non sempre il leggio umano che condivide il mio spazio serale-notturno è voglioso di diventare leggio; chissà perché spesso è insofferente a questo onore e sbuffa e si lamenta. Insomma una lagna. Tutto questo perché questo volume e composto da oltre 2.000 (duemila) pagine.
Ora state tranquilli non Vi annoierò con il contenuto, ma solo con il perché ve lo propongo.
Intanto le nostre gentili lettrici staranno ripassando nella mente l’uomo interprete di Sandokan ( mi raccomando...) e rileggendo le sue gesta, secondo me la sua figura era azzeccatissima "...un uomo sta seduto su una poltrona zoppicante: è di statura alta, slanciata, dalla muscolatura potente, dai lineamenti energici, maschi, fieri e d’una bellezza strana. Lunghi capelli gli cadono sugli omeri, una barba nerissima gli incornicia il volto leggermente abbronzato………”
Poi perché penso e spero che la maggior parte dei cortesi frequentatori maschi di questa rubrica che hanno passato da un po’ di tempo la quarantina non possa non reincarnarsi in Sandokan o in Yanez. O in Tremal-Naik. Non possa non ritrovarsi sulla tolda di un praho pronto per l’abbordaggio, o a marciare nelle Sunderbunds del delta del Gange infestate da tigri, serpenti e dai feroci Thugs o ancora strisciare nelle giungle del Borneo per sfuggire ai soldati del Raja Bianco James Brooke.
Allora queste avventure e tante altre vissute con la mia fantasia mi ritornano tutte alla mente e le ore passate su quei fogli mi sembrano ancora più ben spese di allora: la foresta tropicale, le belve feroci, i suoni sconosciuti, gli odori mai sentiti e l’immedesimarsi nei protagonisti quasi sempre vittoriosi , intrepidi, e sempre romanticamente impegnati nell’amore per una bellissima irraggiungibile fanciulla. ”Quella visione mi fu fatale………. Da quella sera si operò in me uno strano cangiamento ; mi parve di essere diventato un altro uomo; e che qui, nel cuore, si sviluppasse una terribile fiamma! Si direbbe che quell’apparizione mi ha stregato. Se sono nella jungla me la vedo danzare dinanzi agli occhi; se sono sul fiume la vedo nuotare dinnanzi la prua del mio battello: penso e il mio pensiero corre a lei; dormo e in sogno mi appare sempre lei. Mi sembra di essere pazzo………”
Dunque questa mia fantasia è anche quella che portò Salgari a scrivere questi romanzi , come ben saprete egli non conobbe mai i territori che descrisse anche se si documentò e molti personaggi e luoghi sono reali.
Però gli avvenimenti narrati erano così vivi che i suoi libri ebbero all’epoca un buon successo di pubblico anche se presto furono trascurati o lasciati in un angolo dedicato ai ragazzi e agli adolescenti desiderosi di evadere e di vedere quel mondo che era al di là e che incominciava solo allora ad aprirsi.
Certo Salgari non è formalmente un fenomeno ed i suoi romanzi vanno letti in piccole dosi altrimenti possono stancare ed oggi il suo modo di esprimersi non è certo attuale “Sì la incontrerà
e forse nella pugna soccomberà…. …. L’affamata Inghilterra ha messo gli occhi sulla nostra Mompracen…. Ti credo mio valoroso campione, pure io ho paura……. Vide a breve distanza dalla cateratta comunicante coi fossati del forte, una fregata di forme svelte però assai impoppata e molto carica”, però le emozioni che è riuscito nuovamente a comunicarmi sono sempre uniche anche se il mio mondo e le mie conoscenze si sono ampliate. Per finire Vi faccio conoscere tre francobolli di quelle terre che possono rappresentare quelle realtà e che, per me, hanno sommato fantasia alla fantasia. 

Raffaele Strada

Brooke family: James-Charles Brooke

Brooke family: James-Charles Brooke





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