venerdì 28 ottobre 2011

Gardaland: la lunga storia infinita...tutto ha un limite, però!

Gardaland, ancora giochi proibiti per le persone con sindrome Down: "Una giornata d'inferno"

La storia di Francesco, persona con sindrome di Down che voleva festeggiare al parco i suoi 50 anni: allontanato da quasi tutte le attrazioni che in altri parchi invece frequenta senza alcuna limitazione. La sorella: "Se il problema sono i Down, lo dicano chiaramente: non portateli qui, perdete solo tempo, soldi e dignità". La protesta del CoorDown: "Non c'è alcuna ragione medica né di sicurezza che giustifica questo atteggiamento". Ma Gardaland insiste: "Solo rispetto degli obblighi di legge"
la guida algi ospiti con disabilità di Gardaland ROMA - Una "giornata d'inferno" a Gardaland. C'è una nuova, ennesima denuncia, sul trattamento riservato nel celebre parco divertimenti alle persone con sindrome di Down: protagonista (suo malgrado) della vicenda stavolta non è un bambino o un ragazzo, ma un adulto. Si chiama Francesco, è una persona con sindrome di Down e lo scorso 22 ottobre, insieme alla sorella e alla famiglia di lei (marito e due figli ventenni), è andato al parco per festeggiare il suo 50esimo compleanno. La festa, però, si è per lui ben presto trasformata in un incubo.
"All'ingresso - racconta a SuperAbile.it Pasqua Massagli, la sorella di Francesco - ci hanno fornito un'informativa, piuttosto nebulosa a dir la verità, circa le giostre a cui era possibile l'accesso per lui, avvisandoci che comunque non sarebbe mai potuto salire sulle cosiddette giostre adrenaliniche". "Pur sapendo che sono quasi le giostre preferite da mio fratello - dice Pasqua - ho accettato le loro regole e ho cercato giostre accessibili. Ma giostre accessibili, afferma la sorella di Francesco, "non esistono, a meno che non si vogliano considerare come giostre i cavalli che si alzano e si abbassano o gli aereoplanini che si alzano portando bambinetti piccoli piccoli, o ancora percorsi in gallerie lunghe e buie con delle finte pistole in mano per colpire bersagli luminosi". "Colma di rabbia, ma decisa a non rovinare a lui la giornata, ho fatto la coda al Bruco, insieme a mamme e papà con bimbi al seguito anche di due anni: saliti sul bruco, preso posto, siamo stati invitati ad alzarci e scendere". Con le parole: "Scusa, tesoro, ma è pericoloso per te". "Mentre mi alzavo - ricorda la signora Pasqua - mi sono guardata attorno e ho visto le faccette dei bimbi di due, tre e quattro anni che guardavano solo incuriositi il viso di un ragazzone adulto che piangeva".
"Andando via - continua il racconto della sorella di Francesco - lui mi ha chiesto di salire su Peter pan, una stupida giostrina con le barchette che girano in tondo: proibita". "Ok, mi sono detta, vada per la Mono-rotaia: proibita". "Con mio marito siamo andati allora su Flying Island, una piattaforma, grandissima, munita di un'alta ringhiera che si sarebbe sollevata da terra lentamente per avere una visione panoramica del Parco: noiosissima e lenta attrazione, adatta, credo, a persone molto anziane". "Ci siamo seduti - racconta - e siamo stati avvicinati da una squadra (avevano paura che fossimo armati?): la signorina ci ha invitato ad alzarci con tono autoritario e scocciato. Forse ha pensato che essendo parenti di un disabile fossimo anche noi un po' stupidi".
La signora Pasqua fa notare che il trattamento subito a Gardaland non ha avuto eguali in nessun altro parco divertimenti: "Due anni fa - dice - siamo stati a Eurodisney a Parigi e mio fratello è salito con i miei figli su tutte le giostre su cui poteva andare, soprattutto su quelle adrenaliniche, perché a casa la fifona della famiglia sono io, e non lui". "A Mirabilandia, quattro anni fa, è salito su tutte le giostre, e ogni due anni andiamo allo zoo-safari di Fasano, dove lui corre direttamente verso la giostra "dei tronchi" che è la sua preferita. Una simile, a Gardaland, era proibita. In passato è stato anche a Miragica, a Molfetta, senza alcuna limitazione".
La sorella del signor Francesco sottolinea il fatto che "i caratteri somatici delle persone con sindrome di Down li rendono riconoscibilissimi" e questa è "l'unica cosa che permette agli impiegati di Gardaland l'identificazione certa in mezzo a una folla di persone con caratteri normali ma con quoziente intellettivo non rilevabili in nessun modo dall'aspetto". "Come è possibile - si chiede - stabilire in anticipo se una persona apparentemente normale ha un quoziente intellettivo inferiore a una persona Down, oppure se avrà una crisi di panico, dovuta all'altezza o alla velocità di una giostra?". Insomma, "tutte le persone con aspetto fisico normale vengono fatte salire sulle giostre: la discriminazione è solo contro le persone con gli occhi a mandorla". "Se il problema - conclude la signora Pasqua - è Gardaland e la sua intolleranza verso i disabili, che almeno lo scrivessero chiaramente sul loro sito: non portate i disabili da noi, perché potete solo portarli a mangiare. Perdete tempo, soldi e dignità". (ska)
(28 ottobre 2011)


Articolo pubblicato da www.superabile.it

I precedenti "post":
 Forse non sapete che
Gardaland: quando a rispondere è un bimbo...
Gardaland: "Le due campane" attrazione accessibile a tutti


Non è possibile permettere che queste vicende perseverino fino alla conclusione della procedura legale, tra l'altro non ancora avviata. Crediamo sia intollerabile e insostenibile una continua umiliazione che lede la dignità dei nostri figli, senza poi considerare la mortificazione di genitori che devono sopportare e motivare tali discriminazioni.

Una voce sussurra, un coro unanime può divenire assordante...condividete?


giovedì 27 ottobre 2011

Vinellando & Birreggiando

                    
Ci siamo!
     Il 16 dicembre 2011  
  anche in caso di maltempo  
             
non mancare all'appuntamento di
                                        
                                                            

  Tra il bianco...

 



e il nero...



                infinite sfaccettature colorate!


Questo mi sa di Chianti Classico Gallo Nero DOCG



   
                                              
                                                             dalle ore 18,00 in poi...

                                      tante piacevoli sorprese!

Ricordate i favolosi chef provenienti da tutta Italia che ci deliziarono il palato per la nostra festa del 9 ottobre?


Si è stabilito un sodalizio umano, perché tornerà  




                                                 Silvia




e infine, beato tra le donne, Giovanni, napoletano verace, "quasi" cittadino americano residente a Siena! Eh?





Ecco. Non manca più nessuno!

Come non manca più nessuno...ma se è "Vinellando" chi li sceglierà i vini?



Eliiiii, la Splendida e Sorridente Sommelier!

Al lavoro da giorni, sta scegliendo vini - troppi - molto particolari di alta enoteca, da abbinare ad un menù da favola che Fabiana e Libera hanno già preparato...
e dato che io ho il compito di "scovarli", i vini, a dirla tutta son già tra i fumi dell'alcool a forza di degustare per fattorie e aziende vitivinicole...come se ne avessi avuto bisogno!

Qualche anticipo? Bene iniziamo:



Brunello di Montalcino
Il Brunello di Montalcino è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita prodotto in Toscana, nel territorio del comune di Montalcino in provincia di Siena. Il Brunello di Montalcino può essere considerato, insieme al Barolo, il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità.
Abbinamenti consigliati. Gli abbinamenti classici comprendono la carne rossa e la selvaggina, eventualmente accompagnati da funghi e tartufi. Molto interessante anche l'abbinamento con i formaggi, tra cui spicca il pecorino toscano.



Nipozzano Chianti Rufina Riserva 2006




Il Castello di Nipozzano, costruito nell’anno Mille come roccaforte difensiva, divenne nel 1400 il centro della vita dell’omonimo borgo, dove si produce un omonimo vino.
Alla vista si presenta limpido, porpora nel colore e di buona consistenza. L’impatto iniziale, al naso, è caratterizzato da aromi balsamici, che fanno presto spazio ad elementi fruttati, come ciliegie sotto spirito. A seguire note speziate e sentori di cuoio. Corpo snello caratterizzato da una buona freschezza che va a rinforzare l’elemento tannico, presente ma non aggressivo. Finale pulito e asciutto.

e noi l'abbineremo con...




Franciacorta DOCG Brut Satèn 

Dopo almeno 30 mesi sui lieviti il Satèn viene lavorato per compattare il sedimento contro il tappo provvisorio poi degorgiato e confezionato. Aroma intenso, fruttato e vanigliato; sapore pieno, complesso di frutta e pasticceria; spuma tipicamente sottile e persistente che avvolge il palato con grande garbo.
  • Vitigni:

    100% Chardonnay
  • Accostamenti:

    Magnifico aperitivo, accompagna molti piatti di alta cucina; chi lo assaggia non rinuncerà facilmente alla sua incredibile suadenza.



Brut Millesimato Trento Doc Metodo Classico aderisce all’Istituto Talento Italiano: come i grandi champagne, viene ottenuto con la rifermentazione in bottiglia da sole uve Chardonnay, Pinot Nero e almeno 24 mesi di affinamento sui lieviti. 

Abbinamento

Un tutto pasto di grande nobiltà, ma anche valido con frutti di mare, come cozze e vongole saltate in tegame, crostacei o carne bianca saltata in padella, come le scaloppine di vitello ai carciofi o il coniglio agli aromi


Riviera Ligure di Ponente Pigato è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Genova, Imperia e Savona. 

Caratteristiche organolettiche 

  • colore: giallo paglierino più o meno carico.
  • odore: intenso, caratteristico, leggermente aromatico.
  • sapore: asciutto, pieno, lievemente amarognolo mandorlato.







  e Friulano Frescobaldi Attems ...


Crespelle radiccio trevigiano noci e speck Alto Adige IGP



                                      Dall'Alto Adige arriva



 
Porto Pocas e Torta Caprese... 







Rum e Cioccolata

continua...
sì, ma nel Viale Volta, vorrete mica bere tutto qui!


E se sentirete un suono roboante, non dipenderà dal vino...

Proprio loro


Firenze, Viale A.Volta,  proiezione al 16 dicembre 2011 ore 18,30


Saranno troppi? Sì, forse ho esagerato, ma saranno comunque in tanti e verranno in onore del piccolo, splendido Mattia e anche se adesso "se la dorme tranquillo", grazie alla passione del padre...ha già una Harley lì pronta che lo attende!


ma mica dorme...anche lui aspetta babbo Natale... 



                    
                            e se non gli piacessero le moto? :-D
 
Comunque sia, per gli amanti della birra, grazie alla sponsorizzazione della Moretti, per non sbagliare abbiamo preparato un angolo degustazione niente male...sapori, aroma, gusto, intensità, abbinamenti

Quattro le tipologie:

                                          "La Bionda Oro"

                                               "La Rossa"


                                                                        "Ambrata"



                                                                           e la "zero"



Ringraziamo:

Birra Moretti
Giuseppe Missineo per i vini Frescobaldi
Marcello Aurigi per il Brunello di Montalcino

Cantina Sancio per il Pigato Doc Riviera Ligure
Stefano Milanesi per il vino Pinot Noire
Ugo Bing per il Chianti Colli Fiorentini Riserva 2008 DOCG

 Del Nero Fabiana Chef che ci ha raggiunto da Genova

Tappi Elisabetta...Ssssssommmelier! (oltre che chef) da Roma...

Sorrentino Giovanni Chef che ci ha raggiunto da Siena

Libera, che è con noi con il cuore ma non ci ha potuto raggiungere!

Fisar, per aver aderito all'iniziativa prestando l'opera di due sommelier

Il Garage 0574 per aver organizzato il raduno dell'HarleyDavidson

La Protezione Civile per la fornitura dei Gazebo



e infine, per ultimo ma non ultimi...tutti, tutti, tutti i volontari che hanno reso possibile la realizzazione della festa!


Alla prossima!
               
                         Qualità e piacevolezza, 
                           un connubio perfetto
                nel rispetto del bere consapevole!




Ah, dimenticavo! In previsione di un tempo gelido, l'ambiente sarà riscaldato... 
Ma è all'aperto!
Sì, certo, ma noi accenderemo le stufe...
Le stufe???
Ma l'incontro tra correnti d'aria calda con quelle d'aria fredda provoca condensazioni!
Va bèh, pioverà anche...ma sarà sempre meglio che patire il freddo!


Non c'è speranza, qui siamo tutti "rintronati"!



www.at21.it

                                                                      Con il Patrocinio  della


Rintronati con il patrocinio?
Evvabèèèè...allora insisti!

martedì 25 ottobre 2011

Gardaland...quando a rispondere è un bimbo con la forza della semplicità


Matteo e Marta

La lettera ci arriva da Matteo, un bambino come tanti, ma evidentemente con una spiccata sensibilità che lo ha portato a scrivere queste parole in occasione della sua Prima Comunione, all'età di nove anni.

Questo pensiero è sbocciato dopo la nascita della cuginetta Marta, che lo ha fatto avvicinare a un mondo ancora a lui sconosciuto. 




  
                               Che cos'è la diversità per me

Ciao mi chiamo Matteo, adesso vi spiego cosa vuol dire "diversità" per me: mio cugino Alessandro è diverso da me perché ha gli occhi celesti, mentre io li ho marroni, mia cugina Irene è una femmina, mentre io sono un maschio, Marta, mia cugina è diversa da me perché ha i capelli lisci, mentre io ce l'ho riccioli, Leonardo è diverso da me perché ha i capelli chiari. Io, Alessandro, Irene, Marta e Leonardo siamo uguali: piangiamo, ridiamo, proviamo gli stessi sentimenti...Peccato però che non tutti la pensano così, anzi...
Proprio per questo ho deciso, in questo giorno così importante per me, di rinunciare ai regali in cambio di una donazione all'associazione Trisomia 21 di Firenze perché tutto questo possa servire a combattere la diversità.

Dedico una poesia alla mia piccola Marta:
 
Fu un giorno speciale
non era Pasqua e nemmeno Natale,
Arrivò la bambina tanto attesa
E per tutti fu una sorpresa,
da quel giorno ha dipinto la nostra vita di colori
E ha riempito di amore e felicità i nostri cuori,
che bello quel giorno, cioè il 19 settembre 
E io me lo ricordo per sempre.
Adesso che passo a Comunione
dono la speranza a quelle persone,
quelle persone che a noi sono uguali
e che mettono alla fantasia le ali.



Gardaland: "Le due campane". Attrazione accessibile a tutti.

Il divieto per la disabilità intellettiva: una "testa divisa in due"


Come è giusto che sia riporto, di seguito, il parere dello studio legale Viviani&Marson
che si è reso disponibile a patrocinare la causa fornendo gratuitamente un'analisi giuridica e una strategia d'azione. I legali che rappresentano Gardaland annunciano che permangono elementi giuridici ostativi
 relazione Caramori

Trisomia 21 Firenze, facendo parte del Coordinamento Nazionale, e ritenendo, come dichiarato nel precedente post, di dover votare in assemblea per dar via libera alla procedura legale, in una fase così delicata dovrà attenersi esclusivamente alla narrazione dei fatti.

Fiduciosi che ci sia ancora libertà di pensiero e di critica, difenderemo con fermezza i diritti e la dignità dei nostri figli.
Dimostreremo, insieme a chi ci vorrà seguire, che si può esprimere indignazione anche senza ledere “l’immagine” di Gardaland...ci mancherebbe!



                                        Buon divertimento!

 www.at21.it

martedì 18 ottobre 2011

Forse non sapete che...

E' il parco divertimenti n° 1 in Italia

 e se ne vanta, ma...

                         Hai la sindrome di Down? Non sali sulla giostra!   

Trisomia 21 Firenze insieme al CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) del quale fa parte, ritiene chiusa la fase interlocutoria di trattativa, avviata con la Direzione Generale  del parco divertimenti Gardaland e, alla prossima assemblea, voterà per dar via libera alla procedura legale.
Obiettivo della trattativa era quello di arrivare a una soluzione condivisa rispetto alle gravi discriminazioni ai danni delle persone con sindrome di Down, alle quali è sistematicamente vietato l'accesso a numerose attrazioni dagli addetti alla sicurezza del parco.
La non idoneità, da parte degli addetti, viene stabilita esclusivamente in virtù dei tratti somatici.

L'intento era quello di valutare una possibile soluzione che da una parte salvaguardasse la sicurezza del parco e dall'altra rispettasse la dignità di tante  persone che si recano al parco divertimenti per una giornata di svago. A Mirabilandia, come in altri parchi in Italia e nel mondo, non avvengono episodi simili di discriminazione, anche se sono operative le stesse attrazioni presenti a Gardaland. I gestori si limitano a sconsigliare e non a proibire alcune attrazioni cosiddette "adrenaliniche". Al di là di ogni considerazione, resta il fatto che a Gardaland avviene sistematicamente una irragionevole discriminazione incompatibile con una società civile ed evoluta.


Ribadiamo con forza il diritto di tutti a vivere in una società dove i servizi aperti al pubblico non devono chiudere l'accesso a una persona, basandosi esclusivamente sui tratti somatici e deducendone erroneamente  l'idoneità a usufruire o meno di una attrazione.
Le persone con sindrome di Down hanno ormai acquisito un ruolo attivo nella società: studiano, lavorano, fanno sport, anche a livello agonistico. Dal punto di vista sanitario sono seguite con protocolli medici ormai standardizzati a livello mondiale.
I motivi di sicurezza addotti dalla Direzione non possono essere accettati e rappresentano un grave atto discriminatorio in quanto:
- Se il motivo dell'esclusione è il ritardo mentale:
questo è spesso sovrapponibile a quello di persone che non hanno nessuna evidenza fisica di questo ritardo e a volte persino di persone che hanno un Quoziente Intellettivo nella media, e alle quali non è impedito l'ingresso.
- Se il motivo dell'esclusione è il rischio cardiologico:
questo è variabile e in molte persone con sindrome di Down assolutamente inesistente o in percentuali minori di persone che non hanno evidenza fisico-somatica di queste problematiche. Di nuovo, a parità di rischio cardiologico, una persona con determinati tratti somatici è fermata all'ingresso.
- Se il motivo dell'esclusione è il deficit motorio:
il problema non sussiste perché la sindrome di Down in sé non comporta alcun problema motorio.

Pertanto la conclusione è evidente; di fatto, non potendo in linea generale accertare la disabilità intellettiva degli ospiti, le uniche persone a cui è fisicamente impedito l'accesso alle attrazioni dagli addetti alla sicurezza del parco sono quelle con sindrome di Down e vengono quindi discriminate unicamente sulla base dei tratti somatici.
Nel corso dell'anno, il CoorDown ha attivato una serie d'incontri con tutti i soggetti coinvolti per individuare possibili soluzioni al problema, ed ha predisposto un protocollo che è stato presentato lo scorso 8 luglio a Salsomaggiore Terme dove si è svolto un incontro internazionale per la revisione della norma europea EN13814. Alla presenza di progettisti delle attrazione e responsabili della sicurezza dei maggiori parchi europei e di oltreoceano, il protocollo riceve apprezzamento e condivisione. 
E mentre il Presidente della Repubblica firma il decreto che approva il testo del Codice del Turismo con parziale modifica dell'art. 4 ..."lo Stato assicura che le persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive possano usufruire dell'offerta turistica in modo completo e in autonomia, ricevendo servizi al medesimo livello di qualità degli altri fruitori senza aggravi di prezzo. Tali garanzie sono estese agli ospiti delle strutture ricettive che soffrono di temporanea mobilità ridotta...E' considerato atto discriminatorio impedire alle persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive, di fruire, in modo completo ed in autonomia, dell'offerta turistica, esclusivamente per motivi comunque connessi o riferibili alla loro disabilità". Gardaland non esprime in merito nessuna posizione ufficiale ed è nuovamente protagonista di ulteriori casi di diniego.






Quando sentiamo dire: "...ma adesso molte cose sono cambiate
forse è il caso di rispondere: "...ma siamo proprio sicuri?"




A conferma ecco alcuni link:


caso Aceto
aricoli ultimi gardaland

 www.at21.it


lunedì 17 ottobre 2011

Chi lo legge questo libro? Persone e sindrome di Down

                                                              OLTRE LE NUVOLE
                                                                         di Silvia












Valentina è nata un anno e qualche mese prima dell'associazione Trisomia 21, ed è mia sorella.
Quando arrivò non fu accolta esattamente con quello che si piò definire "caloroso entusiasmo". Ricordo ancora gli sguardi sfuggenti dei parenti, le conversazioni troncate all'improvviso appena mi avvicinavo, mio padre che sembrava sempre sul punto di piangere. E voleva che togliessi il fiocco rosa dal portone. L'avevo aspettata con gioia, anche se avrei preferito un fratello dato che una sorella l'avevo già, e quindi mi sentivo piuttosto disorientata.

Dopo un paio di settimane in cui sembrava che Valentina non riuscisse a sopravvivere, i miei genitori tornarono a casa da un consulto medico e ci dissero la verità. I tempi del "politically correct" erano ancora lontani e quindi la notizia fu riportata come gli era stata data: vostra sorella è mongoloide.
Sarà stata l'incoscienza dei miei 15 anni, o più semplicemente che le aspettative parentali sono obbligatoriamente diverse, ma quella frase mi scivolò addosso come acqua fresca, senza lasciare segni. Mi avessero detto che Valentina aveva un piede storto sarei rimasta molto più colpita.
Ancora oggi, dopo tutti questi anni, dopo l'esperienza diretta con le difficoltà e le coseguenze, oggi che comprendo appieno cosa quella frase significhi, non penso mai a mia sorella come a una persona con la sindrome di Down.

A causa di una storia familiare piuttosto accidentata, il rapportro fra me e lei è particolarmente stretto. Sono immeritatamente, la persona che gode della sua assoluta fiducia, e quindi nel tempo sono stata depositaria dei suoi dubbi e delle sue paure. Uno dei momenti più difficili per me è stato quando, tornando da scuola, dopo pochi giorni di prima elementare, mi chiese: "Cosa vuol dire che io sono mongoloide?"
Oh, beh, perché i luoghi comuni in cui nascondersi non ci sono mai quando servono?
Le risposi che era una sua caratteristica personale. Come c'erano le persone con gli occhi azzurri e quelle con gli occhi scuri, quelle bionde e quelle more, quelle che non potevano mangiare dolci e quelle con le allergie alle fragole, così c'erano le persone con la sindrome di Down. Tutto questo pregando incessantemente che la risposta le bastasse e non volesse approfondire l'argomento. Il buon Dio mi ascoltò e Valentina prese coscienza della sua diversità senza fare ulteriori domande.
All'inizio lei era convinta che impegnandosi avrebbe potuto cancellare l'handicap, dopotutto i capelli si possono tingere ed esistono le lenti a contatto colorate. Poi verso i 14, 15 anni, comprese che questa condizione non sarebbe mai cambiata. E per lei iniziò un periodo molto difficile: non si accettava più ed evitava ogni confronto. Era diventata triste. Una condizione innaturale per lei. Ma ha superato anche quell'ostacolo e il merito è tutto suo. Di ogni sua conquista il merito è sempre tutto suo: è lei che fa il lavoro più duro.

Oggi Valentina ha un lavoro che le piace, anche se vorrebbe cambiarlo (e chi non lo vorrebbe?), svolge molteplici attività che tengono lei costantemente impegnata e noi familiari costantemente sull'orlo di una crisi di nervi per far combaciare i suoi ritmi con i nostri. Fa parte del teatro Allegria fin dagli albori e questo, oltre a portarla in giro per i teatri di Firenze e convincerla di essere una nuova Duse, ha notevolmente sviluppato il suo senso critico.
Ha un fidanzato storico, con il quale rimanda il matrimonio di anno in anno (a partire dal 2002, mi sembra) per motivi logistici: la nonna di lui ha promesso loro la casa, ma si ostina a godere di ottima salute e l'appartamento rimane indisponibile. Questo non le impedisce di aver già scelto l'abito da sposa (che cambia ogni anno all'acquisto del nuovo catalogo "Sposa"), di aver già scelto il ristorante per il pranzo (che cambia ogni qualvolta vede un posto che le piace) e di compilare elenchi di invitati i cui nomi non cambiano, ma il cui numero oscilla pericolosamente sempre sopra le 200 unità. Più difficoltosa la scelta della location per le foto. Ci è stata ventilata anche la possibilità di Marostica, una volta. Solo l'ascesa a piedi al castello le ha fatto cambiare idea...

E' una persona piena di interessi, sogni e desideri, e con l'invidiabile capacità di non reprimere emozioni. Ricordo con tenerezza il momento in cui, grazie all'attività dell'AT21 presso il Mandela Forum, Valentina vide, seduto su uno sgabello, uno dei suoi "miti". Così, a pochi metri da lei. Gli occhi spalancati le dipinsero sul viso un'espressione di assoluta incredulità e si portò istintivamente una mano sul petto, dove, son sicura, il cuore le saltellava allegro. Perse per un attimo il ritmo del respiro succhiando aria e disse "ma è lui!". Esisteva dunque. E quell'attimo di emozione pura non deve essere stato molto diverso da ciò che provò Galileo quando ebbe la conferma che "si muoveva". Qualunque cosa egli intendesse.
Per carità, anche Valentina ha i suoi lati oscuri. Un certo egoismo, soprattutto all'interno della famiglia, una leggendaria avarizia con i suoi averi legata ad una munifica generosità con i soldi altrui, una cocciutaggine da far impallidire Alfieri. E un ego le cui dimensioni mal si adattano persino all'universo. Ma, grazie a Dio, nessuno è tenuto ad essere perfetto: persino Piero Angela è juventino. E comunque tutte queste chiacchiere sono solo la premessa ad un episodio che volevo raccontare. Uno fra mille, quello che forse meglio riassume il sentimento che lega me e Valentina.

Una decina di anni fa la portai in aereo per la prima volta. Andavamo a Lisbona, erano i primi giorni di gennaio e Firenze esibiva il suo cielo lattiginoso e tetro degno delle migliori giornate novembrine. Veniva giù una pioggia indecisa e appuntita, che quasi bucava il viso. Ci siamo sistemate nel velivolo e mi sono seduta accanto a lei, lasciandole l'onore del finestrino. Volevo starle vicino. Son convinta che se i fratelli Wright avessero dovuto decollare e atterrare a Peretola l'invenzione dell'aereo avrebbe subito un certo ritardo. Di conseguenza sono sempre molto solidale con chi fa quest'esperienza da ottovolante impazzito per la prima volta.
Si parte e l'aereo rulla sulla pista...
Valentina è tranquilla e molto curiosa. Chiede cos'è questo e cos'è quello, e la sua congenita cautela la porta a prendere il sacchetto di carta dove si presume debba finire il contenuto nel nostro stomaco, nel caso in cui ci rendessimo improvvisamente conto di non essere uccelli. Sempre che si possieda una buona mira. 
Ci stacchiamo da terra e le indico il paesaggio circostante perché usandolo come riferimento si renda conto che stiamo decollando, e perché non le venga in mente di guardare la sagoma di Monte Morello che si avvicina minacciosa. Lei è deliziata. E io con lei. Poi ci cominciano a fluttuare accanto i primi brandelli di nubi. Le dico che sono nuvole, perché le nuvole sono fatte di ghiaccio, e la vedo dubitare della mia sanità mentale. Ma si fida e accetta questa realtà stridente con ciò che fino ad oggi per lei erano le nuvole. Tutto diventa bianco sporco e le gocce d'acqua si fissano al finestrino.
E' un po' delusa, Valentina. Mi dice sconsolata "Non si vede niente". Le dico che è questione di momenti, poi le nuvole spariranno. E così è. L'aereo si raddrizza e sotto di noi c'è il mare bianco delle nubi reso luccicante dal sole. Tutto azzurro attorno. Un azzurro impensabile per chi sta sotto. Valentina riesce di nuovo a far combaciare la parola nuvola con l'immagine che ne ha sempre avuto e si sistema rassicurata sul sedile.
"Visto? Adesso siamo sopra alle nuvole e c'è il sole."
"Sopra alle nuvole? Allora qui siamo in cielo?"
"Certo. Siamo in cielo."
Lo vedo passare sul suo viso, quell'attimo di indecisione. Sta formulando un pensiero ma non è sicura. Tante volte l'ho presa in giro quando diceva qualche sciocchezza e adesso è titubante. Poi prevale la fiducia e guardandomi negli occhi, cosa che molto raramente fa, lo dice:
"Allora adesso incontriamo Gesù?"
Non so quante mani inguantate di metallo mi stringano il cuore in questo momento. Non so nemmeno come faccia a non mettermi a piangere considerando il Vajont di lacrime che mi è salito agli occhi. Figuramoci se so dove trovo il fiato per risponderle che no, Gesù non lo vedremo perché nel cielo dove stava lui gli aerei non ci arrivano.
"Ti immagini sennò, con tutti questi aeroplani, povero Gesù? Peggio che alla Fortezza alle sette di sera!"
Valentina ha sorriso. Usa gli autobus da una vita e se c'è qualcosa che conosce bene sono i biblici ingorghi del traffico fiorentino. Il momento è passato e sono riuscita a non ferirla. Prende la rivista dalla tasca del sedile davanti e la sfoglia. Dopotutto, se non c'è da incontrare nessuno quassù, finché non serviranno lo snack non c'è altro da vedere.

Mi rilasso anche io. Forse a me è successo davvero di vedere Gesù sopra le nuvole. In quegli occhi un po' a mandorla, in quella purezza e semplicità assoluta di pensiero, nel dono di quella fiducia e quell'amore senza limiti. Dopo il mio gatto, Valentina è l'unico altro essere vivente che mi ama senza rimproverarmi mai per quello che sono.

Sicuramente per me è più facile, non sono un genitore. Ho sempre preteso molto da lei, forse perché in ciò che le dissi quel giorno dopo la scuola ci credevo davvero. Spero di non offendere la sensibilità di nessuno, ma un'opinione la voglio esprimere anche io. La sindrome di Down ha mille sfaccettature e non esiste una persona Down uguale ad un'altra, e quindi ciò che vale per mia sorella non vale per nessun altro. Ma cercate di non sottovalutare i vostri figli. Neanche per troppo amore. Sono in grado di sorprendervi. Dategliene la possibilità.



Associazione Trisomia 21 Onlus
Chi lo legge questo libro? Persone e sindrome di Down
a cura di Emiliano Gucci
Mauro Pagliai Editore














Sono particolarmente legata a questo racconto perché dimostra che anche le difficoltà si possono raccontare con  il sorriso.
L'ironia è l'arte di essere chiari senza essere evidenti, permette di sdrammatizzare i momenti difficili, di scaricare lo stress e di alleggerire le nostre giornate.
Credo che l'ironia ci aiuti a vivere meglio e sia una parte integrante della nostra vita.



www.at21.it